
“Sono molto soddisfatto degli incontri ai quali ho presenziato in occasione della visita a Zagabria del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani”, ci ha dichiarato il vicepresidente del Sabor e deputato al seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana, On. Furio Radin. Durante il suo intervento ai Banski Dvori, dove si sono svolti i colloqui tra il premier Andrej Plenković e il titolare della Farnesina, Radin si è soffermato sullo stato della CNI in Croazia. “Ho posto l’accento su due questioni: sul tavolo tecnico italo-croato (volto a garantire e a seguire l’attuazione dell’Accordo Dini-Granić del 1996, nda) la cui richiesta di dargli vita si trova a Palazzo Chigi dopo aver ottenuto luce verde dal Ministero degli Esteri, e sulla Legge sulla cittadinanza italiana. Il ministro Tajani è stato molto esplicito dicendo che si impegnerà a risolvere la questione in quanto gli sembra giusto che gli italiani di queste terre non diventino vittime collaterali della situazione venutasi a creare in Sudamerica”, ha dichiarato il deputato della CNI. “Il ministro Tajani ha capito che la ragione del nostro desiderio di avere anche il passaporto italiano è emotiva, è una ragione di identità culturale. Lo vogliamo perché siamo stati e siamo legati alla Madre Patria. Io ripongo fiducia sul fatto che la questione verrà affrontata molto seriamente e conto che verrà risolta”, ha affermato Radin definendo l’incontro con Tajani molto produttivo. “Ho menzionato pure la diplomazia italiana in Croazia che ci aiuta molto e quella croata a Roma con la quale sono in costante contatto con ottimi risultati”, ha fatto sapere sottolineando che “i buoni rapporti economici e culturali tra Croazia e Italia sono fondamentali per la CNI”.
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