Al Sabor si continua a discutere di diritti dell’uomo, di sistemi di tracciamento degli spostamenti per il tramite dei telefoni cellulari e di altre misure straordinarie da mettere in atto a causa dell’emergenza coronavirus, come ad esempio della proclamazione dello stato d’emergenza, attivabile attraverso l’articolo 17 della Costituzione.
Božo Petrov, presidente del Most, ha detto che non vede il motivo per il quale si debba attivare lo stato d’emergenza. “Siamo una democrazia parlamentare e considerando che il Comando nazionale della Protezione civile ha detto di avere tutto sotto controllo non c’è nessun buon motivo per introdurre lo stato d’emergenza”, ha affermato Petrov, secondo il quale tutte le leggi che riguardano i diritti dell’uomo dovrebbero venir approvate con la maggioranza dei due terzi.
Possibile lo stato d’emergenza
Diverso il parere del presidente del gruppo parlamentare dell’HDZ, Branko Bačić, il quale ha detto apertamente che, seppure in questo momento non ci sia bisogno dell’attivazione dell’articolo 17, il principale partito del centrodestra non esclude nulla per il futuro. Secondo Branko Bačić il Sabor funziona normalmente e provvede ad approvare le leggi proposte dal governo. A suo parere, inoltre, per attivare il tracciamento degli spostamenti per il tramite dei cellulari – necessario per individuare i contatti avuti dalle persone riscontrate positive al coronavirus –non è necessaria una maggioranza dei due terzi.
Comunicazioni ufficiali
Un consiglio concreto, invece, è arrivato dal deputato al seggio specifico della CNI, nonché vicepresidente del Sabor. Parlando a nome del gruppo parlamentare delle minoranze nazionali, Furio Radin ha chiesto innanzitutto che le comunicazioni ufficiali in materia di coronavirus che arrivano dai Comandi nazionale e regionali della Protezione civile siano comunque bilingui, soprattutto nei Comuni e nelle Città dove il bilinguismo è ormai una regola.
Banche. Soluzione collettiva
Furio Radin, nel suo intervento in aula ha poi chiesto anche che sia il governo a mediare un accordo fra le banche e i cittadini per quanto riguarda il rinvio dei pagamenti dei mutui e il trattamento degli interessi di mora. “Vi invito a trovare una soluzione collettiva, affinché non succeda che ogni cittadino si debba recare in banca singolarmente per trovare un accordo con l’istituto di credito, dovendo poi uscire nuovamente per firmare dei documenti dal notaio. Sarebbe troppo rischioso”, ha affermato Radin.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.