Primi saldi in euro: andamento altalenante

Nella stragrande maggioranza dei casi il ribasso varia dal 30 al 40 p.c. sia che lo si trovi espresso sul cartellino, sia che venga registrato alla cassa

0
Primi saldi in euro: andamento altalenante
Primi saldi di fine stagione con prezzi in eruo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Un altro gennaio nel segno dei saldi di fine stagione, questa volta in un contesto affatto diverso perché la valuta ufficiale non è più quella nazionale ma l’euro. Che cosa cambia, dunque, per chi compra e per chi vende? A parte il fastidio di maneggiare contemporaneamente le banconote e le monete di entrambe le valute contemporaneamente, poco o nulla. È vero, i cartellini in cartoncino col nome del marchio e i prezzi sono meno leggibili del solito: oltre ai due prezzi in euro, quello iniziale e quello in ribasso, troviamo ancora i due prezzi in kune per cui notare quello che conta non viene spontaneo: ci vuole un attimo di riflessione. In ogni caso, tutti i negozi di abbigliamento e calzature praticano qualche tipo di saldo. L’estensione del ribasso viaggia da un minimo del 20 a un massimo del 50 per cento, con fermate intermedie del 30 e del 40 p.c. In realtà, la riduzione massima che vorrebbe il costo del capo o della calzatura dimezzato è rara come le mosche bianche. Nella stragrande maggioranza dei casi il ribasso varia dal 30 al 40 p.c. sia che lo si trovi espresso sul cartellino, sia che venga registrato alla cassa. Ma questo è ancora soltanto il primo turno di saldi, il prossimo arriverà verso la fine di gennaio e a quel punto alcuni articoli in vendita saranno scontati dal 50 al 70 per cento, sempre che resti qualcosa d’interessante da acquistare.

Negozi che non si arrendono
Ieri mattina, complice il bel tempo, il sole e un vento del nord che ha spazzato via dal cielo ogni residuo di nebbia e nuvole, i pochi negozi del centro che ancora lavorano in inverno hanno registrato una discreta affluenza di clienti. La difficoltà di resistere alla concorrenza dei centri commerciali è sempre l’ostacolo maggiore, ma ci sono alcuni marchi tradizionali, croati, italiani, serbi e tedeschi che comunque resistono con orgoglio alla tendenza della delocalizzazione. In linea di massima, le opportunità di risparmiare qualcosa sul costo del capo non sono eccezionali, se non si hanno in mente articoli di qualità come i cappotti di marca in lana pura, che ora vengono 191 euro invece di 317, oppure quelli in poliestere che vengono 80 euro piuttosto che 130. A guardarci chiaro, conviene piuttosto lo sconto sulla lana e sulla qualità, ma quanti sono quelli che possono permettersi un capo elegante di livello medio-alto? Difficile a dirsi. Non per niente il negozio di abbigliamento elegante serve meno clienti rispetto a quelli dei livelli medio-bassi. In quest’ultimi casi i ribassi non superano il 30 p.c. e spesso non abbracciano gli ultimi arrivi, ma si tratta di prezzi nettamente inferiori già in partenza. Per esempio, per la maglietta per bambina che costava 14,99 ora basta sborsare 8,99 euro, il piumino colorato che prima costava 49,99 col ribasso ora si paga 34,99, il piumino con maniche staccabili da 245 euro ora è in vendita a 171 euro ma c’è il guaio degli ultimi numeri rimasti, nel senso che le taglie medie sono esaurite, ed ora restano solo più quelle piccolissime e quelle enormi. Buon per le signore minute e per quelle più corpulente, allora, visto che ora possono scegliere tra quello che viene negato di necessità alle altre.

Calzature, prezzi convenienti
Anche con le calzature i ribassi seguono un andamento altalenante. Quelle meno care in partenza sono anche le meno scontate, ma in linea di principio sono convenienti, mentre quelle di qualità medio alta e alta sono scontate almeno di un terzo se non del doppio ma sono care ugualmente. Naturalmente è soltanto una questione di potere d’acquisto. Scarponcini in pelle griffati da 199,95 scendono a 139,97, ma è chiaro che sono ancora molto costosi. Scarpe da ginnastica in cuoio, sempre con griffe, diminuiscono di prezzo del 20 per cento, dai 119,95 alle 95,96 euro. Solo in rare occasioni la riduzione è notevole, per esempio da 104,95 a 52,48 euro per un paio di scarpe da ginnastica in materiali sintetici. In compenso, i pigiami, le coperte, le tute e gli accappatoi della collezione autunno-inverno sono tutti ribassati del 50 p. c., per cui ora conviene acquistare pigiami, pantofole, tute, biancheria. La pelletteria artigianale non è scontata se non di poco (10 e 20 p.c.), quella industriale al massimo del 30 p.c., ma si tratta di prodotti per cui l’incidenza della materia prima sul prezzo è notevole. A differenza che in centrocittà, nei centri commerciali della periferia, la merce è in saldo dal 27 dicembre senza nessuna eccezione. Anche in questo caso è in corso la prima promozione, con percentuali di saldo non superiori al 40 p.c. Ma si può ben approfittarne. Il costo dei cappotti in lana da 185 a 160 euro, in misto lana da 90 a 60 euro. I piumini che costavano 36 ora si pagano 26 euro, i pantaloni sono calati di prezzo da 24 a 18 euro. Insomma, se piace e se serve, conviene buttare l’occhio, ma non conviene assolutamente abusare delle offerte. I consumi di articoli d’abbigliamento, l’inquinamento dell’industria tessile e il volume dello scarto tessile seguono una tendenza costante al rialzo che non si traduce necessariamente in un aumento della qualità della vita.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display