Prezzi pazzi in Croazia, il boicottaggio dei negozi ha funzionato (foto)

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Prezzi pazzi in Croazia, il boicottaggio dei negozi ha funzionato (foto)

Ha funzionato il boicottaggio dei negozi contro il caro-prezi. I cittadini hanno aderito in massa alla volontà di dimostrare che non si può più essere il Paese con i prezzi e l’inflazione più alti in Unione europea. Un chiaro segnale, che già adesso viene preso come uno strumento di protesta efficace che sicuramente sarà ripetuto nelle prossime settimane, colpendo a turno le singole catene di negozi.

Secondo la situazione sul “campo”, in tutto il Paese i negozi sono praticamente vuoti, con pochissimi clienti tra le corsie.

Foto Dusko Jaramaz/PIXSELL

Ricorderemo che per oggi, venerdì 24 gennaio, le associazioni dei consumatori in Croazia hanno lanciato un appello ai cittadini per un “grande boicottaggio dei negozi e delle stazioni di servizio”. L’iniziativa nasce come protesta contro il continuo aumento dei prezzi, un fenomeno che i cittadini croati vivono quasi quotidianamente. Questo mentre nei Paesi vicini è possibile trovare gli stessi prodotti, anche croati, a prezzi più bassi.

«Abbiamo dimostrato che i cittadini possono essere uniti»

Il messaggio che invita al boicottaggio si è diffuso rapidamente sui social media, chiedendo ai cittadini di non acquistare nulla durante tutta la giornata di oggi, venerdì 24. La piattaforma di consumatori “Halo Inspektore” (Pronto, Ispettore) è promotrice di questa iniziativa, il cui obiettivo è rallentare o persino invertire la crescita dei prezzi.

Foto Dusko Jaramaz/PIXSELL

“Abbiamo dimostrato che la Croazia può unirsi intorno a un tema, intorno a un problema. I consumatori hanno detto basta ai rincari e all’inflazione. Non vogliono più ascoltare appelli a preparare in casa prodotti come pane o cornetti; vogliono azioni concrete per attivare i meccanismi necessari a ridurre i prezzi”, ha detto a Hrt il consigliere dell”Associazione “Halo inspektore”, Josip Kelemen.

Secondo il portavoce dell’iniziativa: “Per iniziare, devono essere attivate le agenzie, i ministeri e gli enti pubblici per analizzare le cause degli aumenti spropositati che osserviamo ogni giorno”.

Foto: Dusko Jaramaz/PIXSELL

Le accuse non mancano: “Le catene di negozi sono diventate arroganti, vogliono guadagnare sulle spalle di ogni consumatore croato e, se non riescono a farlo, provocano carenze. Questo è un comportamento sfrontato e subdolo”.

Un altro problema è legato alla cultura della protesta: “I croati non sono abituati a boicottare, scioperare o esprimere il loro malcontento. Dopo questa iniziativa analizzeremo la partecipazione e valuteremo se siamo riusciti a mobilitare cittadini e consumatori”, ha concluso Kelemen.

Foto Dusko Jaramaz/PIXSELL

La situazione economica in Croazia

Secondo i dati, i prezzi al consumo misurati dall’indice armonizzato (HICP) sono aumentati del 4,5% a dicembre 2024 rispetto allo stesso mese del 2023, segnando il maggior incremento dai tempi di maggio. La Croazia si posiziona così tra i tre Paesi dell’Ue con la maggiore inflazione, dietro alla Romania (5,5%) e all’Ungheria (4,8%).

In confronto, il tasso di inflazione annuo nell’Unione europea è stato del 2,7% a dicembre, mentre nell’area euro si è attestato al 2,4%, secondo gli ultimi dati di Eurostat.

PArking deserto davanti a un centro commerciale di Zagabria. Foto: Davor Puklavec/PIXSELL

Il sostegno dell’opposizione 

I rappresentanti dei partiti di opposizione hanno offerto il loro sostegno al boicottaggio dei negozi, sottolineando che, mentre l’inflazione colpisce duramente le famiglie, il governo beneficia delle entrate aggiuntive nel bilancio statale e i commercianti aumentano i profitti grazie a margini di guadagno elevati. Il boicottaggio, dunque, viene descritto come una forma di protesta contro l’inazione del governo.

Sabina Glasovac, deputata del Partito socialdemocratico (SDP), ha dichiarato che il suo partito sostiene questa iniziativa. “I cittadini, volenti o nolenti, hanno dovuto prendere la situazione nelle proprie mani, dato che il governo non ha fatto assolutamente nulla per contenere l’inflazione. Eppure, aveva i mezzi per intervenire. Se non sapeva come agire, avrebbe potuto accettare alcune delle proposte dell’SDP, ma non lo ha fatto. Per il governo non conta cosa si propone, ma chi lo propone”, ha affermato Glasovac.

Il parcheggio quasi vuoto di un negozio a Spalato. Foto Ivo Cagalj/PIXSELL

Sandra Benčić, esponente del partito Možemo!, ha sottolineato che il suo movimento politico propone da tre anni misure per mitigare l’inflazione. “Ogni nostra proposta, così come quelle di altri partiti di opposizione, è stata respinta dal premier Plenković. Perciò , questa inflazione, la più alta nella zona euro, può essere definita ‘l’inflazione di Plenković’,” ha affermato Benčić.

Governo al lavoro

Dall’altra parte, Nikola Mažar, deputato del partito di governo HDZ, ha evidenziato che continueranno a promuovere la responsabilità tra tutti gli attori coinvolti. “Non cercheremo, come fanno SDP o Možemo!, di guadagnare facili punti politici invitando al boicottaggio. Rispettiamo, però, i cittadini e comprendiamo la loro decisione di non fare acquisti venerdì. Anche noi ci uniremo a loro. Tuttavia, lavoreremo insieme affinché, da un lato, con politiche responsabili proteggiamo i più vulnerabili e, dall’altro, rafforziamo l’economia e la posizione internazionale della Croazia”, ha affermato Mažar.

Nel frattempo, il Ministero dell’Economia sta discutendo l’ampliamento della lista di prodotti con prezzi calmierati, come annunciato la scorsa settimana dal governo. Durante gli incontri, il ministro Šušnjar ha espresso sostegno ai cittadini e ai consumatori che partecipano all’azione di boicottaggio di un giorno, descrivendola come un segnale di forza collettiva.

Comunque sia, i consumatori croati, stanchi di sopportare i pesanti rincari, sperano ora che queste proteste siano il primo passo verso un cambio di rotta e che le autorità si impegnino a ristabilire un equilibrio economico sostenibile.

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