
Vivere in Croazia sta diventando sempre più difficile per gran parte dei cittadini. Lo conferma l’ultima indagine comparativa europea condotta su oltre duemila prodotti e servizi in 36 Paesi, che rivela un aumento significativo dei prezzi in molte categorie fondamentali. Nonostante la Croazia risulti ancora tra i Paesi “più economici” dell’Unione europea, l’impennata dei costi sta incidendo pesantemente sul tenore di vita.
Nel 2023, il livello generale dei prezzi in Croazia ha raggiunto il 76% della media Ue, contro il 67% registrato dieci anni fa. Un dato che la colloca tra i Paesi meno costosi dell’Unione solo grazie al costo contenuto di energia e utenze domestiche, che sono ancora più bassi del 45% rispetto alla media europea. Ma al di fuori di questo settore, la situazione è molto diversa.
Il nodo dei generi alimentari
I generi alimentari sono il nodo principale. In media, i prezzi del cibo in Croazia sono più alti del 4% rispetto alla media europea, e addirittura superiori a quelli della Germania di due punti percentuali. I croati pagano il cibo più della Slovenia (+4%), della Repubblica Ceca (+15%) e della Bosnia ed Erzegovina (+20%). Il livello dei prezzi è ormai paragonabile a quello del Belgio, nonostante un reddito medio nazionale sensibilmente inferiore.
Entrando nel dettaglio della spesa alimentare, pane, cereali e derivati costano il 7% in più rispetto alla media Ue. Latte, formaggi e uova superano l’11%. Anche il pesce è più caro (+3,5%). Solo la carne risulta più conveniente, con un prezzo inferiore del 14 percento rispetto alla media, così come frutta e verdura, che sono più economici di circa l’8 %. Ma a pesare sono soprattutto i prodotti trasformati e confezionati, come snack, dolci e gelati, che in Croazia costano il 25% in più rispetto alla media europea.
Anche comunicazioni e tecnologia sono diventate una spesa pesante. Il costo di telefonia, internet e servizi postali è superiore dell’11% rispetto alla media Ue e allineato a quello di Paesi molto più ricchi come Austria e Finlandia. Elettrodomestici e prodotti elettronici costano circa il 10% in più. Lo shopping in Croazia ha perso gran parte della sua attrattiva: solo l’abbigliamento costa leggermente meno (-5%), mentre tutte le altre categorie sono più care.
Hotel e ristoranti
Anche il turismo interno ha visto un’impennata. I ristoranti e gli hotel croati hanno ormai raggiunto i livelli di prezzo dell’Europa occidentale, con tariffe solo 5 punti percentuali inferiori alla media Ue. Per confronto, in Spagna i prezzi del settore turistico sono il 16% più bassi, in Grecia il 14% e in Portogallo addirittura il 25% in meno.
Tutto questo si scontra con una realtà salariale che non regge il passo. In Croazia, il salario medio è circa la metà di quello dei Paesi dell’Europa occidentale. Due terzi dei lavoratori percepiscono meno della media nazionale, il che rende l’aumento dei prezzi ancora più insostenibile. Il problema è che i prezzi non vengono più costruiti sulla base del potere d’acquisto locale, ma modellati sulle tasche dei turisti o di chi ha redditi provenienti dall’estero. Chi non rientra in queste categorie fatica sempre più a coprire le spese essenziali.
Le uniche voci in cui la Croazia resta ancora competitiva sono gli alcolici, che costano l’11% in meno rispetto alla media Ue, e il trasporto pubblico, il cui prezzo è del 13% più basso. Ma sono eccezioni che non bilanciano un quadro complessivo sempre più difficile per le famiglie.
A oggi, la Croazia risulta ancora la quinta nazione più economica dell’Ue, dietro a Ungheria, Polonia, Romania e Bulgaria. Ma con il ritmo attuale di crescita dei prezzi, questa posizione rischia di cambiare rapidamente.
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