Presidenziali. Slogan in cirillico: reazioni difformi

Il Consiglio nazionale serbo coglie l’occasione della campagna elettorale per «promuovere la tolleranza»

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Presidenziali. Slogan in cirillico: reazioni difformi

Gli undici candidati in lizza alle elezioni presidenziali del 22 dicembre in Croazia sono già impegnati nella campagna elettorale. La Commissione elettorale nazionale, come è noto, ha formalizzato le candidature, per cui la campagna elettorale, che si protrarrà fino al 20 dicembre, ha avuto ufficialmente inizio. Non è un mistero che siano tre i candidati che vanno per la maggiore, ossia il Presidente della Repubblica uscente, Kolinda Grabar-Kitarović appoggiata dal centrodestra, il cantante slavone Miroslav Škoro, di fatto candidato informale delle correnti di destra, nonché l’ex premier Zoran Milanović, sostenuto dal centrosinistra al completo. E non per niente il Consiglio nazionale serbo (SNV), principale organizzazione rappresentativa della minoranza serba, ha deciso di sfruttare i manifesti elettorali di questi tre candidati per la sua campagna a favore della tolleranza, ovvero della diffusione della scrittura cirillica nella vita pubblica. Cartelli con gli slogan elettorali dei tre candidati scritti a caratteri cirillici verranno pertanto affissi a Zagabria, Fiume e Spalato. Di tenore diverso le reazioni dei tre esponenti politici all’iniziativa della minoranza serba. Il candidato del centrosinistra Zoran Milanović non ha trovato nulla da ridire, forte del suo slogan elettorale “È normale”, che sta a indicare, tra l’altro, che è ovvio che la guerra è finita. Il Presidente uscente Kolinda Grabar-Kitarović ha riconosciuto che l’iniziativa rientra nell’ambito della libertà di parola, ma ha anche puntualizzato: “L’SNV dovrebbe inchinarsi ai difensori croati che hanno liberato la Croazia e difeso la democrazia, in maniera tale che chiunque abbia il diritto di dire ciò che vuole, ovvero che vi sia la libertà di pensiero e di parola. Con la comunità serba in Croazia ho un buon rapporto di comprensione, a parte alcune eccezioni”. Più sibillina la reazione di Miroslav Škoro. Il candidato informale di una parte del centrodestra ha dichiarato infatti che quando lui vincerà le elezioni presidenziali, il “Consiglio nazionale serbo comprenderà molto meglio quale sia il suo ruolo nella società”. Il deputato e presidente dell’SNV, Boris Milošević, ha subito reagito a queste parole affermando di averle interpretate come una minaccia. Boris Milošević ha ricordato che la Croazia nel 1977 ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie “e ha dichiarato a Strasburgo di voler tutelare e incentivare l’uso della lingua serba e della scrittura cirillica. Il deputato ha rilevato pure che la campagna avviata dal’SNV non è diretta contro alcun candidato presidenziale e nemmeno intende favorire qualcuno. Sempre secondo Boris Milošević se una simile campagna fosse stata promossa “dall’Unione Italiana o dalla Federazione della minoranza ceca nessuno le avrebbe dato bado, nessuno avrebbe richiesto dichiarazioni. Invece nel caso dei serbi, purtroppo, l’iniziativa è stata notata da tutti”.
Sulla vicenda è intervenuto il ministro dei Difensori, Tomo Medved, il quale ha definito inutile la campagna avviata dal Consiglio nazionale serbo, evidenziando che la stessa non contribuirà a una migliore comprensione tra croati e serbi. Medved ha puntualizzato di non vedere alcun legame tra la situazione nel Consiglio cittadino di Vukovar (in cui si discute di bilinguismo) e l’affissione dei manifesti a Zagabria, Fiume e Spalato.

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