Pola. Saracinesche abbassate al primo piano del Mercato

Il potere d’acquisto più basso e l’apertura dei centri commerciali hanno fatto chiudere tutte le panetterie, le rivendite di pasta, di salumi e di formaggi

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Pola. Saracinesche abbassate al primo piano del Mercato

In via Sergia una rivendita su due è chiusa, e non per ferie o cambio gestione, ma proprio chiusa e basta, per pensionamento anticipato o per fallimento netto e schietto. La cosa non fa neanche più notizia. Il peggio è che il fenomeno si allarga a macchia d’olio e comincia a invadere quartieri e vie che prima d’ora sono sempre parse resistenti alle crisi commerciali più persistenti. Come per un terribile effetto domino, s’abbassano le saracinesche degli esercizi pubblici, e questa volta cedono persino gli alimentari, le panetterie, le rosticcerie e i fast food. Vogliamo vedere l’effetto che fa salire al primo piano del mercato coperto che separa la piazza Primo maggio da quella del Popolo? Ecco qua: è la parata delle saracinesche abbassate, degli scompartimenti vuoti. In pochi mesi hanno chiuso tutte le panetterie, le rivendite di pasta, di salumi e di formaggi, le “delikatessen” per dirla alla maniera tedesca.

Uno dei tanti esercizi chiusi per fine attività

È chiusa da un pezzo anche la tanto celebrata cucina didattica foraggiata dai fondi europei. Avrebbe dovuto insegnare agli imprenditori e ai consumatori di Pola una nuova moda di fare affari: quella dello spuntino e del pranzo veloce ma di qualità, capace di coniugare la storia della cucina del territorio e l’innovazione gastronomica predicata dai migliori chef del momento. Tipo la polenta da strappare ai poveri per elevarla al rango di pietanza di lusso con l’aggiunta dei migliori tagli di carne bovina della pregiata razza istriana, servita in tutte le salse dall’asparago selvatico, al trevigiano, al carciofo ecc. Che cosa avremmo dovuto imparane? Forse che il piano superiore del mercato potrebbe un giorno diventare l’eldorado dei ristorantini chic come hanno deciso di fare al mercato centrale di Firenze? Eh sì, grazie tante. Ci piacerebbe un sacco, ma i clienti dove andiamo a pescarli?

Il servizio completo sulla Voce in edicola sabato, 25 gennaio

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