
L’anno scorso anno il 37,5 per cento degli immobili in Croazia è stato acquistato da cittadini stranieri, e questo dato non include le società di proprietà straniera, il che significa che la cifra è ancora più alta. Gli stranieri hanno fatto man bassa di acquisti in particolare lungo l’Adriatico orientale e a Zagabria. In alcune micro-destinazioni, per giunta, la quota di proprietari stranieri raggiunge addirittura il 90 per cento. Con l’adesione del Paese all’OCSE, la pressione sul mercato immobiliare croato è destinata sicuramente ad aumentare ancor di più.
Tutto questo ha portato a una lievitazione dei prezzi. Di pari passo per fermare il proliferare degli affitti brevi, ma anche per fare cassa lo Stato a inizio anno ha introdotto l’imposta sugli immobili e anche altre limitazioni per i titolari di appartamenti. Queste novità hanno suscitato sgomento tra gli affittacamere privati, che stanno ora provando a fare quadrato. Così è nata l’Associazione Salviamo i piccoli proprietari immobiliari (SMOi). Vedran Tomić di Fiume è stato eletto presidente dell’associazione, mentre Hana Matić di Spalato è stata eletta vicepresidente. L’obiettivo principale della nuova Associazione è quello di proteggere gli interessi di tutti i piccoli proprietari di case vacanze a conduzione familiare in Croazia, alla luce delle nuove leggi restrittive in materia di alloggi. L’Associazione ha lanciato una battaglia legale, mediatica e politica per fermare la “demonizzazione dei piccoli affittuari” e “l’ulteriore devastazione delle strutture ricettive a conduzione familiare” sotto l’egida dello “sviluppo turistico sostenibile”. L’obiettivo è di avviare una richiesta di valutazione della costituzionalità di ben tre leggi che regolano le questioni immobiliari, ritenute ingiuste e discriminatorie nei confronti dei piccoli proprietari.
L’Associazione ha sottolineato che è un segreto di Pulcinella che numerosi proprietari, per lo più stranieri, di case e appartamenti per le vacanze, registrati come “strutture ricettive non commerciali”, affittano illegalmente ad “amici e parenti”. Allo stesso tempo, i piccoli proprietari nazionali “si trovano ad affrontare ostacoli burocratici senza precedenti, nuove tasse e restrizioni che rendono difficile e rischiosa la loro attività legale e rendono il futuro molto incerto”.
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