Per il turismo congressuale una crisi senza fine

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Per il turismo congressuale una crisi senza fine

Anche se i risultati della stagione turistica cosiddetta “alta”, ovvero luglio e agosto, sono stati inaspettatamente positivi in Croazia, ciò non vale per gli organizzatori di congressi e per le agenzie turistiche, che dipendono quasi esclusivamente dalle entrate realizzate nella bassa stagione, è stato comunicato dall’Associazione per il turismo congressuale della Camera di economia croata.
Ciò vuol dire che nel periodo che solitamente è il più intenso dal punto di vista professionale, ovvero i mesi primaverili, il lavoro era proibito e la stessa situazione è da aspettarsi pure nei mesi autunnali, vista la situazione epidemiologica.
“La decisione dell’Unità di crisi, inviata a tutti gli istituti sanitari, con la quale si cancellano fino a data da destinarsi tutti i congressi, i simposi, i laboratori, le lezioni e tutti gli altri tipi di perfezionamento professionale del personale sanitario, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha dichiarato Jasmina Kanaš, presidente dell’Associazione per il turismo congressuale, la quale ha ricordato pure che gli incontri di medicina rappresentano la maggior parte delle conferenze in Croazia.
“Nella nostra organizzazione i protocolli sanitari si possono rispettare interamente e i partecipanti sono coloro che applicano le misure epidemiologiche più rigide, in quanto è ciò che richiede il loro lavoro. Non si possono trarre paralleli tra tali incontri e altri assembramenti pubblici, in quanto si tratta di lezioni che trattano di temi professionali, con uno scambio di informazioni e sapere di carattere specialistico nel quale non c’è spazio per il divertimento” ha sottolineato Jasmina Kanaš.
La presidente dell’Associazione per il turismo congressuale ha spiegato che ciò vale in particolar modo per gli incontri di medici che avvengono nel rispetto di rigidi codici etici e non devono contenere elementi di carattere ludico oppure gli stessi sono esigui. Nonostante tutto, dall’Associazione ribadiscono che non danno la colpa a nessuno e sono coscienti della situazione epidemiologica e dell’esigenza di introdurre nuove misure.
“Ci rendiamo conto che gli eventi sono i primi a venire cancellati quando si inaspriscono le misure, ma speriamo che il governo avrà un occhio di riguardo anche per noi visto che quest’anno le nostre entrate sono pari a zero, proprio a causa di tali misure”, recita il comunicato.
Jasmina Kanaš ha evidenziato anche che quest’anno a causa dell’epidemia al comparto non è stato concesso di lavorare, ma è tutt’ora costretto a vivere dei sussidi statali: per questo motivo non è giusto che venga trattato alla stessa stregua di coloro che sono comunque riusciti a racimolare qualcosa.
“Risentiremo della crisi per molti anni a venire perché le educazioni del personale, i programmi di team building e i viaggi di lavoro rientrano tra i primi tagli che le ditte fanno durante le recessioni, indipendentemente dalla pandemia”, ha continuato Jasmina Kanaš. Dopo la recessione del 2008 ci sono voluti ben cinque anni per notare una ripresa del turismo congressuale.
A parte i sussidi per i posti di lavoro che dovrebbero ammontare a 4.000 kune come finora, dall’Associazione si aspettano anche altri aiuti a fondo perduto come per esempio il 10 per cento delle entrate del 2019, come ha fatto la Danimarca.
Per questo motivo sperano che le prossime decisioni del governo saranno legate a un concreto aiuto finanziario erogato per il tramite dell’Ufficio di collocamento nel 2021.
Dall’Associazione per il turismo congressuale concludono che sia l’industria congressuale che tutti i viaggi professionali rappresentano un segmento importante del turismo, ma anche dell’economia nazionale in toto, in quanto ne guadagnano sia le grandi catene alberghiere che i centri congressuali, i ristoranti e le ditte di trasporto, tutti particolarmente colpiti dalla pandemia. In media un partecipante a un convegno spende molto di più di un turista in vacanza, a volte fino a cinque volte di più, e per questo motivo la perdita di questa particolare risorsa è estremamente grande, ha concluso Jasmina Kanaš.

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