Paura del Covid? Macché. A Mostar tutti in fila a votare

0
Paura del Covid? Macché. A Mostar tutti in fila a votare
Qualcuno con la mascherina e i guanti, altri senza nessuna protezione, ma tutti in fila mese e senza il minimo rispetto delle distanze sociali. Questa è oggi, sabato 4 luglio, Mostar, la città in Bosnia ed Erzegovina, dove moltissime persone hanno la doppia cittadinanza e, quindi, possono votare per le Parlamentari in Croazia. Nella vicina Federazione, sono stati oggi aperti 45 sei, come pure 11 in Germania. Sono 42 gli Stati nel mondo dove vivono i croati che possono esprimere oggi e domani la propria preferenza politica. La prima ad aprire i propri seggi è stata venerdì alle 23 (ora centroeuropea) in Australia, e più precisamente a Canberra, Sydney, Melbourne e Perth. In questo lontano Paese sono 2.80 gli aventi diritto al voto.

Assembramenti all’interno di un seggio di Mostar. Foto Denis Kapetanovic/PIXSELL
Tornando a Mostar destano preoccupazione le foto che giungono stamattina dai seggi. Infatti, ieri, venerdì 3 luglio, diversi dipendenti di entrambi gli ospedali di Mostar hanno contratto il Sars-Cov 2. Presso il Centro clinico ospedaliero della città erzegovese sono stati registrati casi positivi tra il personale del servizio medico d’emergenza – con due medici e un’infermiera contagiati, mentre anche un tecnico-medico del reparto di Pronto soccorso del Centro sanitario Stari Grad Mostar è stato contagiato dal virus. Oggi in tutta la Bosnia ed Erzegovina sono stati registrati 172 casi di contagio.
Una spruzzata di disinfettante e via a votare. Foto Denis Kapetanovic/PIXSELL
Distanziamento sociale inesistente davanti a un seggio a Mostar. Foto Denis Kapetanovic/PIXSELL
Operazioni di voto in un seggio di Mostar. Foto: Denis Kapetanovic/PIXSELL

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display