Pattugliatori polivalenti. Insieme Fiume e Sebenico

I cantieri navali 3. maj e Iskra potrebbero allacciare una partnership con la norvegese KDA. Vertice a Cantrida sulla cooperazione reciproca

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Pattugliatori polivalenti. Insieme Fiume e Sebenico

I cantieri navali 3. maj di Fiume e Iskra di Sebenico potrebbero allacciare una partnership con la norvegese Kongsberg Defense & Aerospace (KDA) nell’ambito della piattaforma “Kongsberg Vanguard” (pattugliatori polivalenti). I rappresentanti della società scandinava hanno visitato ieri gli stabilimenti navalmeccanici di Cantrida e incontrato i rappresentanti dei due cantieri navali croati. Alla riunione hanno partecipato pure le delegazioni della norvegese Salt ship design, della Navis di Fiume e della Ma-Ra di Zagabria. L’Ambasciatore norvegese a Zagabria, Hakon Blankenborg, che ha partecipato all’incontro, ha espresso forte sostegno all’iniziativa.

 

I pattugliatori polivalenti elaborati nell’ambito della piattaforma Vanguard sono specifici in quanto progettati attorno a un hangar multiuso che supporta elicotteri, velivoli autonomi senza pilota (UAV o droni volanti) e veicoli di superficie senza pilota umano (USV o droni marini/acquatici). Si tratta di unità navali moderne ed estremamente maneggevoli pensate per supportare il lancio e il recupero di veicoli organici anche in condizioni di mare grosso.

I rappresentanti norvegesi hanno fatto visita ieri allo stabilimento di Cantrida

«No alla liquidazione dell’HRBI»

Rimanendo in tema marittimo, ieri i dipendenti dell’Istituto navale di Zagabria (HRBI) hanno rilevato di essere contrari alla liquidazione della società nella quale sono impiegati. Hanno manifestato il loro disappunto indirizzando una lettera aperta al governo e ai membri del consiglio direttivo del Centro per la ristrutturazione e la vendita (CERP). Il via libera alla creazione dei presupposti per la liquidazione dell’HRBI è stato dato giovedì scorso dall’Esecutivo. I Banski dvori hanno approvato lo stanziamento di 60 milioni di kune a favore dell’HRBI.

In virtù del contributo erogato, i Banski dvori potranno intestare a proprio nome gli immobili di proprietà dell’Istituto, il cui valore è stimato a 299,5 milioni di kune. L’importo del prestito sarà impiegato per estinguere i debiti contratti dall’HRBI, evitando che nei confronti del medesimo sia avviata una procedura fallimentare.

L’apertura del concordato preventivo priverebbe lo Stato dei suoi diritti gestionali nei confronti dell’HRBI che in tal caso passerebbero al curatore fallimentare. Una volta risarciti tutti i creditori dell’Istituto spetterà al CERB prendere la decisione sulla sospensione delle attività e la liquidazione dell’HRBI.

I dipendenti reputano che si tratti di una scelta non lungimirante. Hanno stigmatizzato che nel computo del valore dell’ente sia stato valutato soltanto il valore degli immobili e non quello delle competenze dei dipendenti del medesimo. Nella loro lettera hanno puntualizzato che l’HRBI costituisce il più vasto complesso di laboratori in Croazia.

“La vasca di 276 metri di lunghezza è indubbiamente uno dei maggiori investimenti fatti in Croazia nella sfera della ricerca scientifica”, si legge nella nota. Nella lettera è stato ricordato che quando agli inizi degli anni ‘90 i diritti di fondazione dell’HRBI passarono al governo l’Istituto fu proclamato d’interesse strategico per l’economia nella sfera della marineria, ma anche della difesa e dello sviluppo scientifico. Sostengono che la liquidazione dell’Istituto costituirebbe un duro colpo per l’orientamento della Croazia quale Paese marittimo.

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