Pandemia, referendum bocciati. Milanović: «Un golpe»

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Pandemia, referendum bocciati. Milanović: «Un golpe»

“I quesiti referendari presentati dal Most non sono conformi alla Costituzione”: lo ha sentenziato la Corte costituzionale. Dei tredici giudici che compongono attualmente la Corte, tre hanno votato contro l’inammissibilità del primo quesito e uno contro l’inammissibilità del secondo. Ricordiamo che il primo quesito avrebbe voluto modificare l’articolo 17 comma 1 della Costituzione, che prevede la possibilità di limitare alcune delle libertà dei cittadini in caso di guerre, catastrofi naturali o altri eventi di grande portata, con un meccanismo di approvazione specifico per il caso. L’intento dei proponenti in questo contesto era quello di invalidare le restrizioni imposte per combattere il Covid-19.

La sentenza di inammissibilità sembra però essere arrivata per una serie di tecnicismi, che riguardano la messa a repentaglio dello Stato di diritto e del concetto stesso di democrazia nel caso in cui il Sabor fosse l’unico organo a decidere. Il secondo quesito, invece, avrebbe voluto che a decidere delle limitazioni fosse il Sabor e non un Comando anticrisi, qualora queste limitazioni andassero a limitare i diritti e la libertà previsti dalla Costituzione. La soluzione avanzata dai proponenti prevedeva che il Sabor confermasse le decisioni della task force entro 30 giorni dalla loro entrata in vigore, pena l’annullamento delle misure. Anche questa modifica però è stata giudicata inammissibile. Il premier Andrej Plenković ha espresso soddisfazione per i verdetti della Corte, definiti bene argomentati, e ha asserito che le iniziative referendarie sono state in realtà ispirate dai No vax.
Il Most ha reagito invece a queste sentenze esprimendo il proprio disappunto e arrivando ad affermare come tali verdetti siano la dimostrazione della capitolazione della Corte. Il più duro infine il Presidente Zoran Milanović, che ha parlato di “colpo di Stato, di Costituzione calpestata, di volontà dei cittadini ignorata”.

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