Ospedale di Pola. «Altolà» a Geppino Micheletti

Amarezza per il «no» all’iniziativa CNI di intitolare il nosocomio istriano all’eroe di Vergarolla. Si cercherà di riformulare la proposta

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Ospedale di Pola. «Altolà» a Geppino Micheletti
Una parte dell'Ospedale di Pola. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

C’è amarezza in seno alla Comunità Nazionale Italiana per la decisione del Ministero della Sanità di Zagabria di respingere la proposta del Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana e dell’Unione italiana di intitolare l’Ospedale generale di Pola al dottor Geppino Micheletti, l’eroe di Vergarolla.

Il “no” è arrivato per il tramite di una lettera firmata dalla ministra Irena Hrstić, polese ed ex direttrice dell’Ospedale stesso. Nella risposta è stato comunicato che l’Ospedale può svolgere la sua funzione di struttura sanitaria pubblica unicamente mantenendo la denominazione generica, quindi senza alcuna intitolazione. La risposta ha suscitato qualche perplessità fra i rappresentanti della CNI, che non intendono rinunciare all’iniziativa.

Per il presidente del Consiglio della CNI dell’Istria, Ennio Forlani, la motivazione del Ministero non poggia su solide basi in quanto in Croazia esistono vari ospedali pubblici con il nome di eminenti medici scomparsi. “Siamo rimasti sicuramente delusi, ma non è che non ce lo aspettavamo. Però era una un’iniziativa che per noi, se fosse passata, avrebbe sicuramente avuto un impatto molto positivo”, ha commentato Ennio Forlani.

La ministra della Salute, la polese Irena Hrstić. Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Geppino Micheletti, che lavorò ininterrottamente dopo la terribile esplosione a Vergarolla per salvare più vite possibili nonostante la morte dei suoi cari, “come chirurgo è sicuramente un esempio”, ha spiegato. Dare il suo nome all’Ospedale polese “ci sembrava molto pertinente, giusto e rispettoso”.

Su iniziativa di Ennio Forlani, la proposta è stata presentata al Consiglio istriano della CNI qualche anno fa. È stata poi ripresa dall’Assemblea dell’Unione italiana. Tutte le Comunità degli Italiani hanno approvato e confermato l’iniziativa. “Abbiamo inoltrato la richiesta  quando era in carica l’ex ministro della Sanità ed ora con la nuova ministra ci è venuta questa risposta con la quale si sottolinea che l’Ospedale di Pola dovrebbe rimanere senza alcun nome”. “Tutti gli Ospedali di tutta la Croazia hanno un nome, di un chirurgo o di qualcuno che è meritevole”, ha dichiarato Ennio Forlani, puntualizzando che, nome o no, non cambia nulla nel lavoro concreto della struttura. Ma sarebbe “un bel gesto, un bel segno, un riconoscimento a uno che si è speso per la professione della medicina”. A Fiume, per esempio, alcuni Ospedali all’interno del Centro clinico-ospedaliero hanno ripreso il nome di personaggi importanti, per esempio l’Ospedale generale “Fratelli Sobol” e l’ospedale generale “Dr. Zdravko Kučić”.

I passi futuri

“Penso che faremo, assieme all’Unione Italiana, un comunicato e poi vedremo di riprendere, di riformulare la richiesta”, ha annunciato Ennio Forlani.

Sulla stessa linea di pensiero si è posto anche il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva. “Mi dispiace che questa nostra iniziativa non sia stata ritenuta valida. Nonostante la risposta negativa, ritengo sia utile continuare su questa questione e vedere magari di trovare un altro modo con il quale valorizzare il sacrificio che questa persona ha fatto per i propri concittadini. Insisteremo per trovare una soluzione adeguata. Se questo sarà con il Ministero o in altri contesti è ancora tutto da vedere e dipenderà dalle possibilità. Non ho ancora una risposta coordinata: dobbiamo consultarci con il Consiglio della CNI della Regione istriana e vedere come procedere. Sicuramente questa risposta del Ministero non ci fermerà nel cercare di avere un esito positivo per l’iniziativa”, ha sottolineato Marin Corva.

Necessario un consenso unanime

Neppure il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, si è dato per vinto: “Bisognerà, credo, ritrovarsi con il Consiglio della minoranza nazionale autoctona dell’Istria e anche come Assemblea dell’Unione per decidere come procedere. Credo che dovremo utilizzare i canali che abbiamo con Zagabria affinché si possa raggiungere l’obiettivo”.

Chiarendo il suo pensiero il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha sottolineato che evidentemente è necessario un consenso unanime sul nome da dare all’ospedale di Pola, consenso che invece non si è trovato purtroppo.

Comunque, è positivo, ha dichiarato Ennio Forlani a Radio Capodistria, che il Ministero della Sanità di Zagabria si sia almeno degnato di rispondere alla richiesta della CNI, mentre in passato la stessa proposta inoltrata alla Regione istriana era stata del tutto ignorata.

Interessante notare che la proposta inviata a Zagabria aveva incontrato l’appoggio del direttore dell’Ospedale di Pola, Andrej Angelini, il cui nonno fu tra i sopravvissuti della strage di Vergarolla in cui persero la vita un centinaio di polesani, come riporta ancora l’emittente radiofonica capodistriana.

Anche il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, ha ricordato che la Regione istriana non si è espressa sull’iniziativa, notando “comunque che la Regione non ha titolo per intervenire perché a decidere sul nome del nosocomio è il Ministero”.

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