Olio di oliva italiano: attenti alle imitazioni

A Lubiana un appuntamento formativo dedicato all’«oro verde». Tra gli intervenuti l’ambasciatore in Slovenia, Giuseppe Cavagna

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Olio di oliva italiano: attenti alle imitazioni
Foto: Goran Žiković

Al via anche in Slovenia la Settimana della cucina italiana nel mondo. Le iniziative sono iniziate martedì, 19 novembre con una cena organizzata dal Consolato generale presso la Casa Tartini di Pirano, intitolata “La Serenissima Dinner in Pirano”, dove l’intento è stato di valorizzare le radici piranesi, fortemente legate alla città di Venezia. Ieri invece si sono svolti due eventi nella capitale slovena, a cura dell’ICE di Lubiana, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia in Slovenia e in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Lubiana. Entrambi gli aventi si sono tenuti presso il Vander urbani Resort nel centro della capitale e vi ha preso parte pure l’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Giuseppe Cavagna.

Il primo evento è stato un appuntamento formativo dedicato all’olio d’oliva, il “Masterclass sull’Olio d’oliva”, rivolto a un pubblico selezionato di importatori e distributori sloveni del settore agroalimentare e di giornalisti, per fornire informazioni sulle qualità organolettiche dell’olio d’oliva italiano, associato a una nutrizione sana e a stili di vita salutari. L’ambasciatore Giuseppe Cavagna ha ricordato che l’export agroalimentare italiano è in crescita di anno in anno, incluso quello in Slovenia. “La crescita nei primi 6 mesi del 2024 è stata superiore al 7 p.c.”. Il tessuto produttivo italiano in questo settore – ha detto Cavagna – è caratterizzato in prevalenza di imprese micro, piccole e di media grandezza che sono capaci di offrire prodotti d’eccellenza”.

Sempre più rilevante negli ultimi anni è l’aspetto della sostenibilità alimentare che “non significa solo avere la possibilità di garantire una sicurezza alimentare – come ha spiegato l’ambasciatore – ma anche di promuovere nuove soluzioni adatte per l’ambiente che riducono l’impatto ecologico. In questo contesto ritroviamo quei prodotti che formano la base della dieta mediterranea, una dieta che ritengo sia condivisa con la Slovenia”.

Parte essenziale della cultura

L’ambasciatore ha sottolineato “la necessità, nel settore dell’olio d’oliva, di essere consci della presenza di quei prodotti che sono italiani solo in apparenza, ma sono imitazioni e non prodotti genuini. Si tratta, purtroppo, di un fenomeno piuttosto diffuso. È una forma di ‘Made in Italy’ falso, ma molto affermato in ambito internazionale. Viene sfruttata la reputazione, l’attrazione del buon cibo e del vino italiano che esiste nel mondo con lo scopo di promuovere prodotti che hanno poco a che fare con la qualità del vero ‘Made in Italy’. Stiamo facendo del nostro meglio, e ognuno dovrebbe farlo per essere certo di quello che acquista, per far capire che è necessario controllare le etichette in modo accurato per evitare di essere falsamente indotti ad acquistare qualcosa che sembra sia di alta qualità”, ma non lo è. A fine discorso l’ambasciatore si è detto molto grato di essere partecipe al corso e si è detto convinto che questo appuntamento formativo sia un’ottima opportunità per approfondire le conoscenze condivise su molti degli aspetti dell’”oro verde”.

Il secondo discorso d’introduzione è stato quello di Giacomo Ricciotti, il presidente dell’ICE di Lubiana. “L’olio d’oliva fa parte della cultura italiana, viene usato in ogni tipo di alimento. L’Istria è la regione slovena più importante per la produzione dell’olio d’oliva, ma visto il volume della produzione, molto più ridotto rispetto ai ‘grandi giocatori’, la Slovenia è dipendente dalle importazioni. L’Italia è il primo esportatore in Slovenia di olio d’oliva. Sono stati importati dall’Italia 8,8 milioni di euro di olio, con un aumento del 25 p.c. rispetto all’anno precedente. Lo share totale delle importazioni è al 70 p.c. Potete perciò capire perché abbiamo voluto proporre questo Masterclass”.

Dopo i due discorsi introduttivi si è tenuto il corso vero e proprio gestito da Carlotta Pasetto, vicepresidente dell’ONAOO, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio d’Oliva. Il corso formativo ha compreso anche degustazioni di diverse varianti di oli risultati da processi di raffinazione più o meno buoni. La qualità diversa dei campioni ha dimostrato in modo concreto le differenze che si percepiscono a seconda della qualità del prodotto e di conseguenza qual è l’importanza dell’effettivo processo di lavorazione della materia prima.

Pordenone e Friuli occidentale

Il secondo evento della giornata è stata la cena promozionale del territorio di Pordenone e del Friuli Occidentale. I professionisti di settore sloveni hanno potuto apprendere ricette e tradizioni di una zona vicina al confine, ma ancora poco conosciuta rispetto ad altre realtà regionali italiane. I piatti presentati riflettono le radici e i valori che vengono presentati ogni anno al Festival ArtandFood di Pordenone. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con TEF-Territorio Economia Futuro, società in house della Camera di Commercio di Pordenone-Udine. “Saper fare, sopprattutto nel cibo, ha radici profonde nella nostra cultura, radici millenarie”, ovvero “rappresenta un connubio di sapori e saperi”, ha sottolineato l’ambasciatore Giuseppe Cavagna.

Investire nella qualità del prodotto

L’ambasciatore ha ribadito che il settore agroalimentare connesso alla cucina italiana è una delle principali voci dell’export: “Parliamo di qualcosa come 65 miliardi di euro di export e di una crescita tendenziale quest’anno pari al 7 p.c.”. La notorietà della cucina italiana “è, insomma, la storia di un successo mondiale. E in parte noi siamo vittime di questo successo”, ha rilevato Cavagna, spigando il problema del cosiddetto “Italian sounding”, un termine che indica una serie di prodotti italiani che sono imitazioni di quest’ultimi, ma in effetti sono ben lontani dagli originali. Per ovviare a questa situazione è necessario, secondo l’ambasciatore, investire nel prodotto: “Ricercare una difesa significa anche qualità del prodotto, attenzione al risultato e autenticità”. Cavagna ha comunque ribadito che da anni si conduce una battaglia, assieme alle imprese italiane, per difendere la proprietà intellettuale.

Foto: Goran Žiković
Foto: Goran Žiković
Foto: Goran Žiković

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