
Seguitissima conferenza stampa oggi, giovedì 29 agosto, a Palazzo Gravisi del deputato della CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža, incentrata sulle tabelle con gli odonimi storici capodistriani, fatte girare una settimana fa dal sindaco capodistriano, Aleš Bržan, in ottemperanza alla delibera dell’Ispettorato per la lingua slovena presso il ministero della Cultura.
Il parlamentare ha rilevato di rispettare le decisioni del primo cittadino e lo ha ringraziato per l’appoggio che ha sempre dimostrato per la Comunità Nazionale Italiana. In questo caso, però, bisogna riaffermare i principi importanti nel rispetto della storia e dell’identità del territorio, nel rispetto degli atti internazionali e dei diritti dell’uomo. Ha espresso soddisfazione per le prese di posizione degli intellettuali e della Comunità locale di Capodistria, che hanno interpretato le tabelle girate come un’offesa alle tradizioni condivise dai capodistriani, a prescindere dalla loro nazionalità.
Žiža ha confermato di aver già fatto un passo in più rivolgendosi alla presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar e al premier Robert Golob, e chiedendo il loro intervento, nel rispetto delle rispettive competenze. Ha rimarcato che la Slovenia è uno Stato di diritto, con una legislazione invidiabile in fatto di tutela delle Comunità nazionali, ma ha fatto capire che questa volta la politica non ha fatto fino in fondo il proprio lavoro. Ha ricordato tutte le numerose iniziative per far rientrare la decisione dell’Ispettorato, dalle proposte di modifica alla legge sull’uso della lingua slovena, formulate assieme alla CAN Costiera e al rappresentante ungherese alla Camera di Stato, alle altre sollecitazioni congiunte a vario livello, culminate con un incontro nel febbraio scorso al ministero della Cultura, dal quale sembrava essere scaturita un’apertura alla soluzione del problema relativo agli odonimi storici. Invece è rimasta in vigore la delibera dell’Ispettorato, emessa su denuncia dei Frati francescani di Capodistria e poggiante su una valutazione del caso, espressa dalla Sezione per la lingua slovena dell’Accademia per le scienze e le arti slovena.
A ricordare quanto sia stato incessante e dettagliato il lavoro della Commissione per la toponomastica di Capodistria per risolvere il problema è stato il suo presidente, Damian Fischer. Ha citato le sei proposte formulate per cercare un compromesso e avvicinare le tabelle con gli odonimi alle richieste dell’Ispettorato, ma senza alcun risultato. Ha affermato ancora che la battaglia per le tabelle capodistriane va condotta anche per altre situazioni simili nel resto del Paese. La strada per rimetterle al loro posto nelle vie e nelle piazze con la loro definizione storica, risalente al 19esimo secolo, sembra dover passare per il Parlamento.
Il governo sloveno si è detto sorpreso che la questione degli odonimi non sia stata ancora regolata. Il ministero per la Cultura è stato invitato dai deputati del Movimento libertà regionali a modificare le norme esistenti, escludendo gli odonimi storici da qualsiasi possibile traduzione in lingua slovena. Nel caso non vi dovessero essere reazioni, saranno i deputati stessi a depositare una modifica di legge opportuna, che Žiža è pronto a sostenere.
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