
Oggi, giovedì 25 ottobre, durante una sessione del Parlamento croato, il ministro degli Interni, Davor Božinović, ha presentato le modifiche alla Legge sugli stranieri. L’obiettivo principale delle modifiche è proteggere i lavoratori locali, favorire il ritorno dei cittadini croati emigrati e garantire al settore economico la forza lavoro necessaria.
Božinović ha informato i parlamentari che attualmente ci sono 121.376 lavoratori stranieri provenienti da Paesi terzi e circa 10.000 da Stati membri dell’Unione europea sul mercato del lavoro croato. Ha sottolineato che il governo vuole affrontare le carenze osservate nella gestione dell’immigrazione e migliorare la tutela dei lavoratori locali, mentre garantisce alle imprese la manodopera di cui hanno bisogno. Quest’anno sono stati rilasciati 171.140 permessi di soggiorno e lavoro per stranieri, in aumento rispetto agli 81.995 del 2021.
Con la crescita dell’economia croata, specialmente nei settori del turismo, edilizia, industria, trasporti e commercio, la domanda di manodopera è in aumento. Le modifiche alla legge, frutto di ampie consultazioni con i partner sociali, mirano ad allinearsi con le normative europee, in particolare in riferimento alla “Carta Blu” dell’Ue, destinata ad attirare lavoratori altamente qualificati, soprattutto nel settore IT. La durata della Carta Blu sarà estesa a 48 mesi, rispetto agli attuali 24, e sarà concessa anche a chi non ha qualifiche formali ma può dimostrare le proprie competenze attraverso l’esperienza lavorativa. Quest’anno sono state emesse 452 Carte Blu. Inoltre, il periodo di soggiorno concesso ai nomadi digitali sarà prolungato da 12 a 18 mesi.
Un altro aspetto rilevante della legge è l’incentivo al ritorno degli emigranti. I croati emigrati, i loro discendenti e i familiari non dovranno più dimostrare di avere mezzi finanziari o un’assicurazione sanitaria per ottenere un soggiorno temporaneo, che sarà rilasciato per due anni anziché uno. Dopo tre anni, avranno diritto alla residenza permanente e potranno lavorare, studiare e avviare un’attività senza bisogno di ulteriori permessi. Dal gennaio 2025, saranno esenti dall’imposta sul reddito per un periodo di cinque anni.
Nuovi meccanismi di controllo per i datori di lavoro
Il ministro ha evidenziato che le modifiche introdurranno anche meccanismi di controllo per proteggere i lavoratori da condizioni inadeguate. I datori di lavoro che hanno precedenti per reati in ambito lavorativo o che sono stati inseriti in “liste nere” per lavoro non dichiarato non potranno assumere lavoratori stranieri. Allo stesso modo, le aziende le cui figure responsabili sono state condannate per crimini contro l’umanità o per traffico illegale di migranti non potranno accedere a questa forza lavoro.
I datori di lavoro che desiderano assumere lavoratori stranieri dovranno rispettare un rapporto tra dipendenti locali e stranieri, che sarà fissato all’8% per le professioni con carenza di personale e al 16% per quelle senza carenze. Inoltre, il numero di richieste di permessi sarà limitato in base alle dimensioni dell’azienda: fino a 50 richieste per aziende con meno di 50 dipendenti, fino a 250 richieste per quelle con meno di 250 dipendenti, mentre per aziende più grandi non ci saranno limiti.
Božinović ha concluso citando una ricerca europea, secondo la quale la maggioranza dei cittadini croati ha un atteggiamento positivo verso gli immigrati, con i giovani che tendono a essere più liberali rispetto agli anziani.
Tuttavia, non sono mancate critiche. Ante Kujundžić, deputato del partito Most, ha dichiarato che l’immigrazione di lavoratori stranieri sta aumentando mentre i croati continuano a emigrare, denunciando che il governo stia favorendo l’ingresso di manodopera a basso costo a discapito dei lavoratori locali.
D’altra parte, i deputati della maggioranza hanno difeso la legge. Dario Hrebak, del partito social-liberale (HSLS), ha sottolineato che la Croazia ha registrato quattro anni consecutivi di crescita economica e che il Paese ha bisogno di lavoratori stranieri. Branka Juričev Martinčev, del partito HDZ, ha affermato che le modifiche rispondono alle sfide emerse negli ultimi anni.
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