Non vi sarà riconciliazione senza fare i conti con il passato

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Non vi sarà riconciliazione senza fare i conti con il passato

“La cultura della memoria e del confronto con la verità sono importanti. Non vi può essere riconciliazione né può esserci convivenza se non facciamo i conti con alcune cose accadute nel passato”. Ad affermarlo è stato il ministro del Mare, del Traffico e dell’Infrastruttura, Oleg Butković, che oggi, nella ricorrenza della Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari si è recato sull’Isola Calva (Goli otok) e sull’isola di San Gregorio (Sveti Grgur/Šagargur) a rendere omaggio a nome del governo alle vittime e agli internati dei campi di prigionia allestiti nelle medesime dal regime di Tito. “Siamo qui per rendere omaggio alle vittime del regime comunista – ha detto Butković – che ha segnato la storia del XX secolo, della Croazia e del popolo croato”.
Oltre a Butković a rendere omaggio alle vittime delle persecuzioni del regime comunista jugoslavo, ovvero a deporre corone di fiori e ad accendere lumi ai piedi delle lapidi commemorative fatte collocare dai Banski dvori nei siti degli ex campi di prigionia, c’erano pure il vicepresidente del Gruppo parlamentare dell’HDZ, Josip Borić, già sindaco di Loparo/Lopar (l’Isola Calva e San Gregorio appartengono territorialmente al Comune situato sull’isola di Arbe), il deputato Tomislav Klarić (sindaco di Buccari, località nella quale venivano imbarcati sulle navi gli internati), il sindaco di Kraljevica, Dalibor Čandrlić, nonché altre autorità ed esponenti di svariati enti e associazioni. Alla cerimonia ha partecipato anche un picchetto d’onore della Marina militare croata (HRM).

A rappresentare il governo alla commemorazione sull’Isola Calva è stato il ministro Oleg Butković
L’omaggio alle vittime del campo d’internamento femminile sull’isola di San Gregorio
Le ripide pareti rocciose dell’Isola Calva dove fu allestito nel secondo dopoguerra un lager comunista



Creare una società tollerante
Cerimonie analoghe sono state organizzate pure in altre località, da Zagabria a Đakovo, da Macelj a Spalato. Il vicepremier e ministro dei Difensori, Tomo Medved, si è recato al cimitero di Mirogoj (Zagabria) dove ha deposto corone di fiori e acceso ceri dinnanzi al monumento La voce della vittima croata – Muro del dolore, sul monumento degli Eroi popolari, sulla tomba di Bruno Bušić (considerato uno dei leader della diaspora croata, venne assassinato a Parigi nel 1978 da un sicario ingaggiato dall’UDBA, la polizia segreta jugoslava), accanto al monumento in ricordo delle vittime di Bleiburg e delle Vie crucis del popolo croato, nonché davanti alla tomba del Presidente Franjo Tuđman. Medved ha sottolineato che l’obiettivo del governo consiste nel favorire la creazione di una “società tollerante, fondata su rapporti tali da garantire la prosperità della Croazia”.
“La dedizione del nostro governo al conseguimento di questo obiettivo si denota anche attraverso il prosieguo delle attività tese a riesumare e garantire una sepoltura dignitosa a tutte le vittime”, ha dichiarato il vicepremier. A tale proposito ha segnalato che nel prosieguo della giornata si sarebbe recato a Gospić per assistere alla tumulazione dei resti di 102 vittime della Seconda guerra mondiale e del dopoguerra riesumate in Lika.
Interpellato come mai in occasione della ricorrenza del 23 agosto non sia stata organizzata alcuna cerimonia ufficiale a Jasenovac, Medved ha puntualizzato che per l’omaggio alle vittime del campo di prigionia ustascia è riservato un altro giorno e che è sbagliato credere che il governo faccia una distinzione tra le vittime dei totalitarismi a seconda del colore dei medesimi.
Il vicepremier Medved, si è pronunciato anche in merito al saluto ZDS, sollecitando a fare tesoro delle raccomandazioni espresse dal Consiglio per il confronto con le conseguenze dei governi dei regimi non democratici.

Impuniti i crimini comunisti
Il vicepresidente e ministro degli Affari interni, Davor Božinović, ha rappresentato l’Esecutivo a Macelj, dove nel secondo dopoguerra il regime comunista jugoslavo occultò i resti di migliaia di vittime (13mila stando ad alcune stime) di esecuzioni sommarie. Božinović ha detto che proprio le esecuzioni di massa e la negazione di un giusto processo, come avvenuto nel caso delle vittime di Macelj, testimoni la tragicità dei regimi totalitari. Alla commemorazione organizzata al cimitero memoriale presso la Chiesa della Passione di Cristo e al crocifisso a Lepa Bukva c’era anche il vicepresidente del Sabor, Željko Reiner. L’accademico ha osservato che anche il popolo croato ha provato sulla propria pelle cosa significasse vivere sotto i peggiori totalitarismi del secolo scorso (un’osservazione analoga è stata fatta oggi alla Fortezza di Gripe – sito impiegato dalle autorità comuniste jugoslave per liquidare gli avversari politici nel secondo dopoguerra – da Blaženko Boban, presidente delle Regione di Spalato e della Dalmazia, che ha menzionato espressamente il fascismo, il nazismo e il comunismo).
“Nella maggior parte dei casi i crimini commessi dai nazisti, dai fascisti e dagli ustascia sono stati processati e sanzionati. Nei confronti di questi regimi la storia ha emesso una condanna inequivocabile”, ha notato l’accademico. “Tuttavia – ancora Reiner – i crimini comunisti, commessi ai danni di decine di migliaia di persone dopo la fine della Seconda guerra mondiale non sono stati mai processati, e figuriamoci puniti. Al contrario il regime comunista li ha premiati”.
Gli ha fatto eco il deputato del Most, Marin Miletić, sollecitando lo Stato a fare il possibile per condannare il comunismo alla pari del nazifascismo. Il deputato di Fiume (insegnante di religione) ha espresso l’opinione che il sistema scolastico dovrebbe porsi in modo netto nei confronti del comunismo “che come vediamo si è macchiato di un enorme crimine commesso ai danni del popolo croato e della Croazia”.
Il caso di Đakovo
A Đakovo la commemorazione della Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari è stata organizzata dalla Società croata dei prigionieri politici (HDPZ). Pero Šola, uno dei membri dell’HDPZ, ha osservato che nell’area di Đakovo i nazifascisti hanno fatto 1.800 e i comunisti 3.000 vittime. “All’epoca Đakovo e il suo circondario avevano circa 55mila abitanti. Di conseguenza, durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, i regimi totalitari e autoritari hanno cancellato il 10 p.c. della popolazione complessiva”, ha rilevato Šola.

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