I fumetti hanno bisogno di eroi, con una vita avventurosa, con colpi di scena, pugni, corse, racconti che rimangano aperti alla possibilità di nuovi episodi. L’editore Ferrogallico lo fa pubblicando un fumetto intitolato “Nino Benvenuti, il mio esodo dall’Istria”, presentato anche a Trieste, tappa di un lungo tour che intende promuovere l’iniziativa. È la seconda prova editoriale di questo tipo, dopo il fumetto dedicato a Norma Cossetto, accolto da favori ma anche con qualche perplessità per la delicatezza necessaria a raccontare un personaggio così tragico con una tecnica troppo diretta, il graffiante segno invece della parola.
Con Benvenuti è un’altra cosa, la sua vicenda ben si presta a un approccio che coinvolga il racconto e le illustrazioni. Nella sede dell’IRCI dove ha avuto luogo la presentazione, il pubblico delle grandi occasioni. Molti non sono riusciti ad accedere, i posti erano tutti esauriti. In prima fila i fratelli di Nino, ma lui non c’è: ha inviato un messaggio video introdotto dal presidente dell’Istituto per la Cultura istriana-fiumana-dalmata, Franco Degrassi.
Uomo di grande sensibilità
“A Nino mi lega un’antica amicizia – ha detto Degrassi – tutte e due isolani, per un periodo anche compagni di scuola a Capodistria. Ma mi lega anche il comune desiderio di far conoscere, in vari modi, la nostra storia attraverso l’opera svolta nel corso della carriera. Ho sempre ammirato il suo approccio allo sport, pulito, pregnante che non si esauriva sul ring. Nino è sempre stato un pugile che dopo aver concluso i match, abbracciava i suoi avversari per significare che, a un certo punto, il campione smetteva i panni della competizione per lasciare posto all’uomo e alla sua incredibile sensibilità, che lo rende unico”.
Tanti i momenti ricordati durante la serata: era il 1967, Benvenuti tenne l’intera nazione sveglia per una notte quando al vecchio Madison Square Garden di New York, affrontò il match che lo consacrava Campione del mondo. Nino Benvenuti, in questo fumetto si racconta, dalle origini alle grandi conquiste, cercando quel bandolo della matassa che lo ha reso forte, quasi invincibile, dando alla boxe una dimensione massmediologica completamente nuova. Lo racconta al nipote, coinvolgendolo in una storia di grandi successi e grandi dolori: l’incarceramento di suo fratello Eliano nell’immediato difficile dopoguerra, la morte della madre, ma anche l’impegno per conquistare il mondo con la consapevolezza che la sua forza derivasse da quella terra che l’aveva plasmato.
Gente di mare
Nato a Isola d’Istria, formatosi nelle palestre di Trieste, riconosce al territorio e alle tradizioni familiari gran parte del merito di ciò che ha potuto realizzare nella sua vita e che ancora oggi lo spinge a cercare nuove vie per esprimere sé stesso. Siamo ciò che mangiamo, recita il saggio. Discendente da una famiglia di pescatori, confida di non aver mai conosciuto stenti e, ai sapori della cucina di casa sua, spesso collega quel senso di profonda consolazione che solo le cose radicate e care riescono ad infondere. Nino racconta della ricerca di sé stesso e dell’altro, sappiamo che la sua opera, mai venuta meno, è stata anche quella di aiutare i pugili che sono stati meno fortunati di lui. Duro ma aperto al mondo, con l’eterno sorriso e la disponibilità della gente di mare.
I testi del fumetto sono scritti dallo stesso Nino in collaborazione con il suo biografo Mauro Grimaldi, autore anche del libro che lo racconta, presentato proprio da Nino a Trieste, alla Bancarella del 2013 in Galleria Tergesteo che non riusciva a contenere il pubblico. I disegni molto eloquenti, per certi versi raffinati e di atmosfera, sono di Giuseppe Botte, la Postfazione di Emanuele Merlino che tenta un sunto della storia del confine orientale, l’esodo in primis, un inquadramento storico utile per chi non conosce la vicenda: lo fa con delicatezza, andando però a toccare tutti i nodi cruciali di una storia mai esaurita. Per un fumetto da guardare e leggere, perché le testimonianze sui fatti di guerra in Istria, Fiume e Dalmazia, hanno sempre bisogno di ulteriori puntualizzazioni per poter comprendere una storia non complicata ma senz’altro complessa.
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