
“Preoccupante” e “controverso. Così nove eurodeputati di Croazia e Slovenia hanno etichettato la mostra sulle Foibe organizzata da Fratelli d’Italia all’Europarlamento. Perciò, chiedono che l’allestimento venga “annullato”.
La mostra “Foibe, tragedia ed esodo” è stata allestita al Parlamento europeo a Strasburgo durante la sessione plenaria di questa settimana, organizzata dal gruppo Fratelli d’Italia della premier italiana Giorga Meloni, con il sostegno del gruppo Conservatori e Riformisti Europei. L’inaugurazione è avvenuta lunedì 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo. Nei testi allegati alle fotografie esposte – rileva l’agenzia Hina – si legge che 300.000 italiani furono costretti ad abbandonare la zona dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume, mentre 10.000 furono uccisi nei campi “semplicemente perché italiani o anticomunisti”. La mostra mette in luce, tra l’altro, – sottolinea sempre la Hina – l’appartenenza culturale e storica di queste aree allo spazio culturale o politico latino, veneto o italiano fino all’annessione alla Jugoslavia di Tito. Le stime sul numero delle vittime e degli esuli sono oggetto di controversia, asserisce ancora l’agenzia ufficiale di Zagabria, poiché fonti slovene e croate stimano che il numero di coloro che furono uccisi nei foibe fosse inferiore, da poche centinaia a 5.000. Le stime sul numero degli esuli, aggiunge la Hina, vanno da circa 200.000 a, “come spesso affermato dai circoli optanti in Italia, 350.000 e oltre”.
Già a gennaio, quattro eurodeputati sloveni e cinque croati di centrosinistra e dei Verdi hanno chiesto alla dirigenza del Parlamento di non approvare la mostra perché “non in linea con i valori fondamentali dell’Ue, come il rispetto della dignità umana, la comprensione reciproca e la riconciliazione”. La richiesta è stata firmata da parte croata da tutti i deputati europei dell’Sdp e da Gordan Bosanac di Možemo. Gli eurodeputati croati avvertono che la mostra ignora il contesto più ampio. Essi non contestano che siano stati commessi crimini contro la popolazione italiana nel periodo successivo alla sconfitta del fascismo e del nazismo nella Seconda guerra mondiale, ma ritengono che la mostra ignori il contesto più ampio e interpreti gli eventi in modo unilaterale. I deputati croati appartenenti alle fila dei Popolari (Hdz/Ppe) non hanno aderito alla richiesta dei colleghi del centrosinistra, ma anche Karlo Ressler, capo della delegazione dell’Hdz al Parlamento europeo, ritiene che la mostra trascuri il contesto più ampio degli eventi.
Tuttavia, “i gravi crimini comunisti del dopoguerra, compresi quelli contro gli italiani, sono un fatto storico che nessuna persona ragionevole mette in discussione o relativizza. Un confronto onesto con la storia richiede ancora un quadro e un contesto completi. Decenni di gravi crimini fascisti e tentativi di cancellare le identità di intere comunità croate in Istria, Fiume e Dalmazia semplicemente non possono essere ignorati”, ha detto Ressler a Hina.
Ressler ha anche osservato che “nonostante una storia difficile, oggi Croazia e Italia collaborano con successo all’interno dell’Unione europea su questioni chiave, dalla cooperazione economica alla sicurezza e migrazione, fino alla tutela ambientale”.
L’eurodeputato del Partito socialdemocratico (Sdp), Marko Vešligaj, vede nell’allestimento della mostra aspirazioni verso il territorio croato e sottolinea anche che gli autori omettono il contesto storico più ampio e le azioni delle autorità fasciste che hanno preceduto questi eventi. “Nessuno dubita che dopo la Seconda guerra mondiale siano accaduti fatti che possono essere definiti crimini di guerra, ma dobbiamo anche sapere che prima di allora i fascisti italiani hanno sistematicamente espulso la popolazione croata e slovena da quella zona, hanno effettuato l’italianizzazione e hanno cancellato la nostra identità nazionale”, ha affermato Vešligaj, ricordando che, “insieme al partito comunista, ampi strati della popolazione e della Chiesa cattolica, cioè tutti i patrioti, erano coinvolti nella lotta contro il fascismo”. Vešligaj nota che “siamo in presenza chiaramente di un revisionismo storico che non è caratteristico solo della destra italiana”.
“Lo stesso accade in Croazia, dove vogliono rivedere l’esito storico della Seconda guerra mondiale, dove vogliono negare l’antifascismo come movimento che ha vinto la Seconda guerra mondiale e fondato l’Europa di oggi”, ha detto l’eurodeputato dell’Sdp.
Gordan Bosanac (Možemo/Verdi) ritiene che “la mostra sulle foibe organizzata dai membri italiani del gruppo Conservatori e Riformisti europei sia un tipico esempio di interpretazione unilaterale della storia”. “Non c’è niente di peggio che quando i politici, invece degli storici indipendenti, organizzano mostre. Questa mostra ignora completamente la lotta antifascista e il ruolo dell’Italia nel sostenere il fascismo, e quindi distorce il contesto storico”, ha detto. “La cosa più bizzarra di tutte è che questi stessi rappresentanti dei Conservatori e Riformisti Europei oggi sostengono Trump, che vuole distruggere la Corte penale internazionale, un’istituzione che – se fosse esistita nel dopoguerra, dopo la Seconda guerra mondiale – avrebbe certamente perseguito crimini contro i civili che, purtroppo, sono stati commessi anche dall’Esercito popolare di liberazione…”, ha valutato Bosanac.
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