
Con un secondo tavolo di lavoro, organizzato a Palazzo Gravisi-Buttorai a Capodistria, si è compiuto un passo in avanti nella formulazione dei due accordi bilaterali tra Italia e Slovenia e tra Slovenia e Croazia. Al centro di questo processo vi è la volontà di dare seguito al “Memorandum d’intesa fra Croazia, Italia e Slovenia sulla protezione della minoranza italiana in Croazia e in Slovenia del 1992”, documento che prevedeva la stipula di tre accordi bilaterali, di cui solo quello tra Italia e Croazia è stato finora realizzato. Il percorso si è avviato a febbraio, su iniziativa del deputato italiano al Parlamento sloveno Felice Ziza, che aveva convocato allora un incontro tra le principali istituzioni della CNI di Slovenia e Croazia.
Ieri, invece, si è discusso del possibile trattato bilaterale tra Italia e Slovenia, alla presenza dei principali rappresentanti delle due rispettive minoranze. Hanno partecipato alla riunione la Comunità Autogestita Costiera della Nazionalità Italiana, rappresentata dal presidente Alberto Scheriani, insieme ad Andrea Bartole e Vita Valenti; l’Unione Italiana con il presidente Maurizio Tremul; la SKGZ (Slovenska kulturno gospodarska zveza) nella persona di Martin Lissiach; la SSO (Svet slovenskih organizacij) rappresentata dal presidente Walter Bandelj e la SSK (Slovenska skupnost) con il consigliere regionale Marko Pisani e il presidente Damijan Terpin. Presenti anche il presidente dell’Università Popolare di Trieste, Edvino Jerian e il segretario generale Fabrizio Somma, nonché Renzo Codarin e Fabio Tognoni, rispettivamente presidente e vicepresidente della FederEsuli.
L’incontro, svoltosi a porte chiuse, si è concluso con dichiarazioni comuni ai media. “L’incontro è andato molto bene, abbiamo parlato dei temi che dovranno essere inseriti nell’accordo ed eravamo tutti molto propositivi”, ha affermato subito Scheriani. Anche Lissiach ha dichiarato: “Il tavolo è stato interessante anche per noi che lo abbiamo composto, dimostrando che le opportunità sono tante e bisognerà saperle sfruttare. Starà ai Governi procedere, noi siamo soltanto degli interlocutori”.
Reciprocità positiva
Durante la riunione si è discusso del riconoscimento della rappresentanza politica della Comunità slovena nel Friuli Venezia Giulia e nel Parlamento italiano e della possibile creazione di un Fondo italo-sloveno per lo sviluppo della base economica. Felice Ziza ha spiegato: “Ogni interlocutore ha interessi particolari. Il trattato parlerà dell’attuazione e del controllo dei diritti acquisiti delle due minoranze, poiché sono simili. Si tratta di reciprocità positiva: se qualcosa di buono, nei diritti, appartiene a una delle due comunità, allora dovrebbe appartenere anche all’altra. Ad esempio una cosa che noi abbiamo e la minoranza slovena non ha è un seggio specifico al Parlamento. Perciò chiederemo al governo italiano di inserire questa figura”.
Riconoscimento delle lauree
Uno dei temi emersi è stato quello dell’equipollenza dei titoli di studio transfrontalieri. “Oltre ad essere un argomento da inserire nel trattato, nel mese di maggio avremo un incontro, organizzato da Marko Pisani, in cui discuteremo affinché le lauree vengano reciprocamente riconosciute dai due Paesi, come avveniva durante la Jugoslavia”, ha precisato Felice Ziza. Edvino Jerian ha sottolineato pure l’importanza dell’incontro: “Siamo contenti di aver partecipato come UPT, poiché siamo venuti a conoscenza delle problematiche che riguardano gli interessati. Noi siamo un Ente strumentale e non politico, tuttavia, nello svolgere le nostre attività, riscontriamo delle difficoltà operative che gli accordi tra Stati potrebbero risolvere, come ad esempio quello del riconoscimento dei titoli di studio”.
Questioni aperte
Maurizio Tremul ha evidenziato la positività della volontà politica di sottoscrivere intese che possano risolvere le questioni aperte della CNI: “Si va a operare tutti insieme, partendo dal contenuto essenziale del Memorandum del 1992, nel quale, ricordiamo, è stabilito che sia l’UI a svolgere il ruolo di rappresentante unitario della Comunità italiana di Slovenia e Croazia. Inoltre, per quanto riguarda l’accordo tra Slovenia e Croazia, bisognerebbe pensare di coinvolgere anche le Comunità degli sloveni in Croazia e dei croati in Slovenia, poiché costituiscono anch’essi una ricchezza del territorio”. Felice Ziza ha infine sottolineato il proprio ruolo di mediatore nel processo, precisando di non avere un mandato governativo, ma confermando di aver ricevuto riscontri positivi dalle autorità slovene: “Ora inteloquirò con il Governo della Repubblica di Slovenia e con il Ministero degli Esteri per procedere alla stipula delle due lettere da inviare ai rispettivi Governi, italiano e croato”. L’incontro ha segnato un piccolo, ma importante passo in avanti verso la cooperazione tra i tre Paesi, tutti membri dell’Unione europea, con l’auspicio che questo processo porti a risultati concreti e condivisi per la tutela e la valorizzazione di tutte le minoranze.
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