
Il presidente della Repubblica Zoran Milanović ha partecipato ieri all’accademia solenne in occasione del 400° anniversario della fondazione dell’Archivio di Stato a Zara, sottolineando che “questo Archivio è una grande cosa e la città di Zara è grande nella storia croata. Il suo destino è sempre stato in bilico, ma è indiscutibilmente e profondamente croata, una nostra città!”.
«Profondamente croata»
È stata inoltre presentata la monografia “400 anni dell’Archivio di Stato di Zara 1624-2024”. “Questa città – Zara, la nostra Zara croata – ha vissuto e dimostrato la sua slavità e la sua croaticità attraverso la parola scritta già cento anni prima della fondazione di questo Archivio. Non si tratta solo di Petar Zoranić, si tratta anche di Brne Karnarutić, Šime Budinić, Juraj Baraković, queste sono tutte opere nella nostra lingua, del nostro popolo, nel nostro dialetto in cui sono state scritte”, ha detto Milanović nel suo discorso.
Ai documenti puoi aggrapparti
Il capo dello Stato ha aggiunto che “Zara ha preservato, conservato e valorizzato tutto ciò nella storia croata, e oggi può orgogliosamente sottolineare che è anche una città universitaria”. Prima dell’accademia solenne, Milanović ha visitato l’Archivio di Stato a Zara, affermando che l’alfabetizzazione e gli archivi sono molto importanti.
“I documenti sono qualcosa a cui puoi aggrapparti. Naturalmente, una mappa è una cosa, mentre un documento governativo o statale è qualcosa di completamente diverso. Nel corso della storia ciò è sempre stato complesso e sfaccettato, e solo limitarsi a leggerlo, a elaborarlo lessicalmente non è mai stato sufficiente. Chi detiene il potere manipola la vita e il destino delle persone, e ciò che è scritto non deve essere dato per scontato. Le mappe sono un’altra questione”, ha osservato il presidente.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.