Milanović: «Premier dittatore». Plenković: «Presidente filo-russo»

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Milanović: «Premier dittatore». Plenković: «Presidente filo-russo»
La sede dei servizi segreti croati a Zagabria. Milanović e Plenković si sono scontrati proprio sul tema degli 007. Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Lo scontro tra le più alte cariche dello Stato croato si intensifica e non mostra segni di tregua. Anche nella giornata di domenica, il presidente della Repubblica Zoran Milanović, e il premier Andrej Plenković, sono stati protagonisti di un acceso confronto che ha portato al centro del dibattito il controllo sui servizi segreti.
Milanović ha accusato Plenković di tentare di mettere la L’agenzia per la sicurezza e l’intelligence (SOA), sotto il controllo del suo partito, l’HDZ. Il presidente ha lanciato pesanti accuse attraverso un post su Facebook, dichiarando: “Dopo aver tentato, senza successo, di mettere l’Esercito croato al servizio del partito, Plenković e la sua cricca si sono rivolti al sistema di sicurezza e intelligence della Repubblica di Croazia. Come negli anni ‘90, quando i servizi segreti erano utilizzati per perseguitare giornalisti e avversari politici, Plenković vuole imporre il controllo del suo partito sull’agenzia SOA”.
La dichiarazione di Milanović segue un comunicato del governo pubblicato sabato, in cui la SOA ha negato di essere a conoscenza di eventuali azioni dell’esecutivo che potessero essere considerate tradimento o sottomissione a Bruxelles. Questa risposta era stata sollecitata dal premier, che aveva chiesto alla SOA di fornire chiarimenti in merito, dopo che erano state sollevate accuse di tradimento nei confronti del governo e dell’HDZ.
Milanović ha sottolineato come, già in passato, abbia impedito il tentativo di “rapimento politico” del capo di Stato maggiore delle Forze armate, e si è detto pronto a impedire anche un’appropriazione politica della SOA. “Non permetterò la strumentalizzazione politica dell’agenzia di intelligence che Plenković ha iniziato a utilizzare, violando la Costituzione e le leggi, esclusivamente per i suoi scopi e per quelli della campagna del candidato presidenziale dell’HDZ, Dragan Primorac”, ha affermato il presidente.
Secondo Milanović, la SOA è stata trasformata in un’istituzione professionale e affidabile, supervisionata democraticamente, lasciandosi alle spalle il peso della politicizzazione. Tuttavia, accusa Plenković di utilizzare l’agenzia come uno strumento per proteggere il suo partito dai rivali politici, trasformandola in un’agenzia spionistica al servizio dell’HDZ. “Questo è un affronto alla dignità della SOA e un abuso del sistema democratico”, ha dichiarato Milanović.
Il presidente ha inoltre affermato che Plenković ha diretto il suo “abuso di potere” verso le ultime istituzioni statali che ancora non controlla: l’Esercito croato e l’agenzia di intelligence. Ha accusato il primo ministro di voler ottenere il controllo assoluto dello Stato, violando la Costituzione e le leggi, perseguitando i media e manipolando l’opinione pubblica per consolidare il suo potere. “Plenković mi considera l’ultimo ostacolo per l’instaurazione della sua dittatura, e ha ragione a riconoscermi come tale”, ha concluso Milanović.

Non si è fatta attendere la replica di Andrej Plenković, che ha accusato Milanović di comportarsi in modo autoritario e di compromettere la reputazione internazionale della Croazia. “Il suo comportamento è dannoso non solo per noi, ma per l’immagine del Paese nel mondo. Milanović si sta rivelando un ‘utile idiota’ per la Russia, che trae vantaggio dalle sue posizioni isolazioniste”, ha dichiarato Plenković.
Secondo il premier, il presidente cerca di presentarsi come l’ultimo baluardo contro la dittatura, ma in realtà è “proprio lui ad avere atteggiamenti dittatoriali”. Ha anche criticato Milanović per aver impedito al capo di Stato maggiore dell’Esercito di partecipare a un incontro con il Comitato per la Difesa, negando così al Parlamento l’opportunità di ricevere informazioni cruciali sulla sicurezza nazionale.
Plenković ha sottolineato che il suo governo mantiene la Croazia sulla “giusta via” del diritto e della moralità, e ha accusato Milanović di portare avanti una campagna politica priva di scrupoli, che beneficia unicamente degli interessi russi.

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