
“Molti pensano all’Unione europea come a una federazione. Secondo me non deve però mai diventare tale. Mi batterò personalmente contro una simile prospettiva, contro l’idea di un nuovo centro di potere, in cui Bruxelles assumerebbe il ruolo che una volta avevano Vienna, Budapest o Belgrado”. Questo il messaggio politico lanciato dal Capo dello Stato, Zoran Milanović, alla Conferenza a Zagabria incentrata sul decennale dell’ingresso della Croazia nell’UE. Secondo il Presidente della Repubblica questi dieci anni non sono stati né un successo né un insuccesso. “Il Bilancio dell’Unione europea è talmente irrisorio, da non poter finanziare altro che qualche ponte o qualche centro d’innovazione. Ma anche questo è meglio di niente”, ha rilevato il Capo dello Stato, ricordando che Zagabria ha atteso a lungo per entrare nell’UE, anche se non tanto a lungo come i Paesi dei Balcani occidentali. Milanović ha descritto tale situazione, come una sorta di “maltrattamento e di irresponsabilità” nei confronti di tali Paesi. L’UE “soffre di una mancanza cronica di democrazia e responsabilità”, ha asserito ancora il Presidente, che ha puntato l’indice accusatore nei confronti dell’Alto rappresentante europeo per la politica estera e la sicurezza, Josef Borrell, che “ha tanti scandali sul groppone, che non potrebbe mai essere ministro in un mio governo, mentre in quello di Plenković non so. Come neppure la presidente della Commissione Ursula von der Leyen”. Borrell, lo ricordiamo, ha bocciato la richiesta della Croazia di partecipare alla missione militare Althea in Bosnia ed Erzegovina. In questo contesto Zoran Milanović ha ribadito di considerare la sua missiva “zeppa di falsità”.
Infine la mano tesa a Emmanuel Macron, con una difesa d’ufficio della sua recente visita contestata a Pechino: “Macron ha ragione quando parla di una maggiore autonomia dell’UE. Oggi egli è il leader più ragionevole e importante dell’UE”. Euroscetticismo o eurorealismo quello del Presidente della Repubblica, Zoran Milanović? Certo è che se da un lato rifugge da una federazione, dall’altro vorrebbe un’Europa quale soggetto più autonomo a livello planetario. La prima tendenza è in linea con quella che appare prevalente oggigiorno tra i Paesi dell’Europa orientale che fanno parte dell’UE, la seconda rientra tra gli auspici invece di molti nella parte occidentale del Vecchio continente.
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