Che tra il presidente della Repubblica Zoran Milanović e il premier Andrej Plenković non corra buon sangue è cosa ormai risaputa. Le critiche sia dall’una che dall’altra non si fanno attendere e non passa giorno che non ci siano. E così è stato anche ieri quando il capo dello Stato ha pubblicato Facebook i “dieci peccati” del primo ministro dopo che quest’ultimo aveva affermato che in Croazia ci sarebbero dovute essere grandi manifestazioni di protesta. Questa dichiarazione è stata fatta da Plenković lunedì sera in riferimento al fatto che Milanović “abusi dell’Esercito croato e maltratti il capo di Stato maggiore”.
“Non inviterò la gente a scendere in strada come ha fatto Plenković. Ma questi dieci peccati del premier riguardano tutti i cittadini. Continuerò con insistenza a parlare dei problemi che assillano la Croazia e a chiedere ai responsabili di risolverli. E non permetterò che la Croazia sia completamente governata da quell’autoproclamato illuminista desideroso di onnipotenza”, ha scritto il capo dello Stato.
Pensioni vergognosamente basse
Il primo peccato riguarda le pensioni che “sono vergognosamente basse umiliando i pensionati. Sono la prova dell’insensibilità sociale del governo Plenković, i cui ministri sostengono che in Croazia non ci siano poveri”.
“L’inflazione dovuta all’avidità e ai prezzi elevati, che hanno trasformato la Croazia in un eldorado per i profitti commerciali e bancari, in un piccolo Paese per grandi profitti di commercianti e banchieri (prevalentemente stranieri)”: è il secondo peccato del premier mentre il terzo si riferisce alla “disonestà e corruzione che si stanno progressivamente diffondendo ovunque ci siano direttori incompetenti – ma idonei e obbedienti – di Plenković e amministratori che non si assumono alcuna responsabilità anche quando, a causa della loro negligenza e incompetenza, le persone soffrono”.
Il quarto peccato concerne il fatto che “non tutti siano eguali davanti alla legge e i membri della compagnia di Plenković possano investire le persone con l’auto, derubare aziende statali e assumere parenti e amici senza sanzioni”.
Procura di Stato
Il quinto peccato si riferisce alla Procura di Stato “guidata per volontà di Plenković da un ‘nostro uomo’ che, in qualità di giudice, si era incontrato con una persona indagata. E Plenković non era interessato a fare accertamenti, né ha chiesto alla SOA (Agenzia per la sicurezza e l’intelligence, nda) di verificare i fatti”.
Sempre secondo il presidente della Repubblica, e questo è il sesto peccato del primo ministro, “il futuro è stato rubato ai giovani perché – secondo i criteri di Plenković – in Croazia non vale il sapere e non vengono valorizzate la competenza e il lavoro, ma valgono solo le tessere dell’HDZ e i diplomi acquistati”.
Il settimo peccato riguarda “la trasformazione dell’assistenza sanitaria pubblica e accessibile a tutti in liste d’attesa infinite che il governo Plenković risolve costringendo letteralmente i malati a ricoverarsi in ospedali privati dotati di tutte le attrezzature mediche necessarie, cosa che, non a caso, gli ospedali pubblici croati non hanno”.
Alloggi troppo costosi
Milanović, parlando dell’ottavo peccato del premier, si è soffermato sugli “alloggi troppo costosi e inaccessibili perché gli appartamenti vengono assegnati o venduti a buon mercato ad acquirenti politicamente idonei che sono agenti immobiliari”.
Secondo il capo dello Stato (e siamo al nono peccato) “Plenković vuole ingraziarsi le persone potenti di Bruxelles e non solo” ma “la cosa peggiore (questo è il decimo peccato del premier, nda) è la denigrazione di tutti i croati che non ascoltano i dettami di Plenković e non attuano silenziosamente i suoi piani”.
Il premier al Business Summit
La rivitalizzazione demografica, la trasformazione digitale, la decarbonizzazione e l’istruzione sono quattro processi chiave per la Croazia, lo ha sottolineato il premier Andrej Plenković al The Economist Croatia Business Summit. Parlando specificamente del terzo mandato del suo governo, Plenković ha indicato come priorità l’ulteriore aumento degli stipendi e delle pensioni, con l’obiettivo di innalzare gli standard dei cittadini. Ha dichiarato altresì che quest’anno il governo prevede una crescita economica del 3,6%, un’inflazione intorno al 3%.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.