Milanović attacca governo e Ue: «Non voglio un capo a Bruxelles»

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Milanović attacca governo e Ue: «Non voglio un capo a Bruxelles»
Foto: HINA/POOL/PIXSELL

Il presidente della Repubblica Zoran Milanović ha partecipato oggi, martedì 25 febbraio, alla cerimonia per il 25° anniversario della costituzione del Battaglione d’Onore e di Protezione. A margine dell’evento, ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti, affrontando diversi temi, tra cui la politica estera croata, il ruolo dell’Unione Europea e il conflitto in Ucraina.

Uno dei punti centrali del suo intervento è stato il contrasto con il governo di Andrej Plenković sulla gestione della politica estera. Milanović ha accusato l’esecutivo di aver escluso la Presidenza dalle decisioni chiave, in particolare sulle recenti risoluzioni delle Nazioni Unite sull’Ucraina.

La politica estera “si decide insieme” tra Presidenza e Governo, lo dice chiaramente la Costituzione. Chi non rispetta questo principio “non è sulla strada giusta”, ha dichiarato Milanović. Ha poi affermato che la risposta del governo al comunicato della Presidenza è stata una “conferma implicita” che finora la sua amministrazione è stata “ostacolata” nella co-creazione della politica estera.

Secondo il capo dello Stato, l’attuale metodo decisionale è sbagliato: “Dobbiamo lavorare insieme e parlarci direttamente. Non dobbiamo amarci, e infatti non lo facciamo. Questa non è una storia d’amore, ma un lavoro serio”, ha aggiunto.

Milanović ha poi sottolineato che la Croazia “non deve seguire ciecamente le decisioni di Bruxelles”, riferendosi alla posizione dell’Ue sulla guerra in Ucraina. “Non dobbiamo voltare le spalle a nessuno, ma nemmeno alzare la mano automaticamente per qualsiasi cosa venga decisa da un ufficio della Commissione europea”, ha detto.

Il presidente ha parlato anche del conflitto in Ucraina, ribadendo la sua visione che si tratti “di una guerra tra Stati Uniti e Russia, combattuta sulla pelle dell’Ucraina”. Ha criticato la gestione dell’Ue e ha evidenziato un cambiamento nei rapporti geopolitici.

“Ieri, per la prima volta in tre anni, la questione ucraina è arrivata al Consiglio di Sicurezza dell’ONU”. È stato un momento unico: “Russia, Stati Uniti e Cina hanno votato allo stesso modo, mentre i membri dell’Ue e il Regno Unito si sono astenuti. Un segnale che le tre superpotenze “stanno cercando un’intesa”, ha osservato Milanović.

Il presidente ha anche criticato la strategia occidentale nei confronti della Russia: “Tre anni fa ci dicevano che Mosca sarebbe crollata economicamente e militarmente”. Ma oggi vediamo che “è più forte, più indipendente” e ha creato nuovi legami con la Cina. C’è stata una “sottovalutazione colossale della Russia”.

Secondo Milanović, il conflitto “si sarebbe potuto evitare” se la NATO avesse chiarito che l’Ucraina non sarebbe mai diventata un suo membro. “Se questo fosse stato detto chiaramente, probabilmente la guerra non sarebbe mai scoppiata. Ma ora siamo davanti a un milione di morti. È una tragedia immensa” ha dichiarato il capo dello Stato.

Milanović ha poi espresso dure critiche nei confronti dell’Ue, accusandola di voler imporre una struttura sovranazionale che va contro gli interessi nazionali degli Stati membri. “Io non voglio un capo a Bruxelles, né ora né mai”. La Croazia è entrata nell’Ue come uno Stato sovrano, “non come una provincia gestita da tecnocrati. Non possiamo accettare che la nostra politica estera venga decisa da Ursula von der Leyen o da Kaja Kallas”, ha affermato.

Ha poi messo in dubbio la creazione di un commissario europeo per la difesa, considerandolo un progetto senza senso: “Difesa? Quale difesa? Tutti i commissari per questo tema vengono dai Paesi baltici. È chiaro dove si vuole arrivare”, ha detto con sarcasmo.

Secondo il presidente croato, l’Unione europea ha fallito nel garantire coesione tra i suoi Stati membri, citando come esempio la Brexit: “Non sono stati i russi a convincere i britannici a uscire dall’Ue”. La verità è che l’Ue “sta spingendo sempre più Paesi verso il nazionalismo, perché non rispetta le loro specificità”.

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