Migranti. La Croazia non molla

I Balcani sono ormai la rotta preferita degli immigrati

0
Migranti. La Croazia non molla

Il ministro degli Affari interni croato, Davor Božinović, ha ribadito a Bruxelles che Zagabria non intende consentire a nessuno di varcare clandestinamente le sue frontiere. “La nostra posizione a proposito è chiara. Non consentiremo a nessuno di entrare illegalmente. Ciò non ha nulla a che vedere con il diritto alla tutela internazionale”, ha dichiarato Božinović. Ha spiegato che la Croazia è pronta a fornire accoglienza a chi ne ha obiettivamente bisogno. Tuttavia, ha osservato che sono sempre più numerose le persone che nella speranza di potersi stabilire nell’UE fanno richiesta di asilo politico pur non avendone i requisiti.
Intanto, il numero dei migranti clandestini censiti nei Paesi dello Spazio Schengen risulta in calo, mentre al contempo il flusso migratorio nei Balcani occidentali pare aver subito un’impennata del 46 p.c. Lo rivela il Rapporto preliminare stilato dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Fortex). Stando alla relazione nel corso del 2019 i migranti clandestini riusciti ad accedere illegalmente nel territorio dei Paesi dello Spazio Schengen sarebbero stati 139mila. Di questi 24mila hanno oltrepassato le frontiere occidentali di Schengen, 14mila quelle orientali e ben 82mila quelle affacciate sul Mediterraneo orientale e oltrepassate dalla rotta balcanica. “Il flusso migratorio ha raggiunto il suo apice durante lo scorso mese di settembre, poi, in linea ai trend stagionali, abbiamo iniziato a registrare un calo del fenomeno”, ha dichiarato Isabela Vivor, addetta alle relazioni pubbliche della FORTEX, commentando la situazione delle frontiere nell’area mediterranea.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display