Meteo e peste suina: maialatura in ritardo

In Croazia il Ministero dell'Agricoltura per quest'anno ha stabilito norme ferree, più severe,

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Meteo e peste suina: maialatura in ritardo

Non solo a causa del meteo, ma anche la peste suina sta rallentando la maialatura, la macellazione dei suini in casa, una delle tradizioni da tempo in voga in Slavonia e Istria, autentiche feste di cortile tra i contadini possessori dei fratelli di Peppa Pig. In Croazia il Ministero dell’Agricoltura per quest’anno ha stabilito norme ferree, più severe, per timore del verificarsi di casi di peste suina. Quest’anno si sono avuti casi in Serbia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Gli allevatori che non soddisfano le norme igieniche minime hanno il divieto di trasporto degli animali, eccezion fatta se questi non sono diretti al macello.
La maialatura come veniva fatta di solito nel cortile è stata vietata. Le fattorie che non soddisfano le necessarie condizioni d’igiene e le norme di sicurezza previste, hanno l’obbligo di sottoporre i suini a controllo veterinario, sottolinea Ljupka Maltar della direzione di veterinaria e sicurezza del cibo. 72 ore prima della macellazione esiste l’obbligo di chiamata del veterinario che raggiungerà la fattoria per il controllo. La cosa ha causato un po’ di malumore tra i piccoli allevatori, i quali ritengono di non poter soddisfare l’ordinanza del Ministero. Il controllo è piuttosto caro, dicono.
Un allevatore che possiede da 2 a 10 suini, paga 170 kune, da 10 a 100 capi si sale a 750 kune, per più di 100 capi la visita costa 1.500 kune. La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale. Non esistono vaccini né cure. È per questo che la malattia ha gravi conseguenze socio-economiche nei Paesi in cui è diffusa. Gli esseri umani non sono sensibili alla malattia. I segni tipici della peste suina africana sono simili a quelli della peste suina classica e per distinguere l’una dall’altra occorre una diagnosi di laboratorio. I sintomi tipici includono febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa. I ceppi più aggressivi del virus sono generalmente letali (il decesso avviene entro 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi). Gli animali infettati da ceppi meno aggressivi del virus della peste suina africana possono non mostrare i tipici segni clinici.
Maiali e cinghiali sani di solito vengono infettati tramite il contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini e cinghiali selvatici, ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti, contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, morsi di zecche infette.
Dalla Russia e dalla Bielorussia la malattia si è diffusa all’Unione europea. La Lituania ha segnalato casi di peste suina africana nei cinghiali selvatici per la prima volta a gennaio del 2014. La Polonia le ha fatto seguito a febbraio del 2014 e la Lettonia e l’Estonia a giugno e a settembre dello stesso anno. La maggior parte dei focolai si sono verificati in piccole fattorie e in un arco di tempo relativamente breve. La malattia si sta ancora diffondendo a livello locale tra i cinghiali selvatici, dove contenerla è più difficile.

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