
Mercoledì 19 marzo si terrà uno sciopero di un giorno nelle scuole elementari e superiori, nonché nelle università. Lo sciopero è organizzato da tre sindacati insoddisfatti dei salari e dello status dei lavoratori dell’istruzione rispetto ad altri servizi pubblici.
Tra le scuole con lingua di insegnamento italiana aderiranno all’agitazione la scuola elementare Belvedere di Fiume e la scuola media superiore di Rovigno. La Giuseppina Martinuzzi di Pola figurava nell’elenco delle scuole “in sciopero”, ma poi l’istituto ha informato su Faceboo: “Siccome la maggior parte dei dipendenti della nostra scuola sono membri del Sindacato che non aderisce allo sciopero di categoria previsto per mercoledì 19 marzo, informiamo che le lezioni verranno svolte regolarmente, ma con una lieve modifica dell’orario che comunque ci sarebbe a causa degli esami nazionali in corso”.
I genitori devono mandare i figli a scuola? Gli insegnanti hanno motivazioni valide per scioperare? La segretaria di Stato del Ministero della Scienza, dell’Istruzione e della Gioventù, Zrinka Mužinić Bikić, ha sottolineato nella trasmissione della Radio croata “U mreži Prvog” (Nella rete del Primo) che i genitori devono mandare i figli a scuola.
“L’istruzione è garantita dalla Costituzione. Abbiamo già affrontato situazioni difficili in passato. I dirigenti scolastici hanno ricevuto istruzioni su come organizzare il lavoro in base alle possibilità disponibili”, ha affermato.
Il leader del sindacato Preporod, Željko Stipić, ha dichiarato che i sindacati non danno raccomandazioni ai genitori, concentrandosi invece sull’organizzazione dello sciopero. “Abbiamo notificato gli scioperi ai dirigenti scolastici. Non abbiamo mai invitato i genitori a non mandare i figli a scuola, perché questo non è il nostro ruolo, ma quello dell’amministrazione educativa”, ha detto Stipić.
Dalle 544 scuole elementari e superiori in cui il sindacato Preporod è presente, lo sciopero è stato annunciato in quasi 500 istituti, che rappresentano il 93% del totale, una percentuale che potrebbe aumentare. Inoltre, in circa 100 scuole senza sezioni sindacali, è stato comunque annunciato lo sciopero.
La presidente dell’Associazione dei dirigenti scolastici delle scuole elementari, Antonija Mirosavljević, ha sottolineato che la maggior parte delle scuole avrà un normale giorno di lezione, con l’eccezione degli esami nazionali per l’ottavo anno. “Nelle scuole con un’alta adesione allo sciopero, potrebbe essere necessaria una riorganizzazione dell’orario scolastico”, ha aggiunto. Ha inoltre ribadito che la priorità è garantire che gli studenti siano a scuola in un ambiente sicuro e che gli esami nazionali si svolgano regolarmente.
Mužinić Bikić ha ribadito che la priorità sono gli studenti e che i dirigenti scolastici devono organizzare il lavoro. Gli insegnanti che vogliono lavorare devono poterlo fare e, se svolgeranno ore extra, verranno retribuiti.
Il segretario generale del Sindacato indipendente della Scienza e dell’Istruzione superiore, Matija Kroflin, ha evidenziato che, sebbene gli studenti siano sempre dichiarati come priorità, il problema riguarda le condizioni di lavoro del personale scolastico.
“Noi sindacati non volevamo questo sciopero, ma il governo avrebbe dovuto pensare agli studenti, agli universitari e ai genitori che si troveranno in difficoltà domani. Da un anno segnaliamo problemi nella posizione delle nostre professioni”, ha dichiarato Kroflin.
Ha inoltre sottolineato che i lavoratori del settore dell’istruzione hanno il diritto di lottare per una posizione equa nella società. Tuttavia, Mužinić Bikić ha ribattuto affermando che il governo, negli ultimi otto anni, ha fatto grandi passi avanti per correggere le ingiustizie nel settore.
Kroflin ha risposto che il settore dell’istruzione e della scienza è stato svantaggiato rispetto agli altri e che i sindacati non hanno mai contestato gli aumenti salariali. “Ieri abbiamo assistito a una chiara manipolazione da parte del Ministero. Noi abbiamo pubblicato dati chiari secondo una metodologia, mentre il Ministero ha modificato solo i dati relativi ai nostri lavoratori, ignorando gli altri”, ha dichiarato.
Mužinić Bikić ha replicato che il Ministero ha corretto i dati sulla base delle informazioni a sua disposizione. Stipić ha sottolineato che i lavoratori percepiscono un crescente disagio economico e che il senso di ingiustizia alimenta il malcontento.
Alla domanda se l’istruzione sia il settore più penalizzato nella riforma salariale, Mužinić Bikić ha spiegato che il tema riguarda sia la base salariale che i coefficienti di retribuzione. “L’istruzione è una priorità strategica per il governo in questo decennio. Abbiamo avviato un ciclo di investimenti pari a 2,7 miliardi di euro. Il bilancio del Ministero è aumentato di due volte e mezzo e gli stipendi sono cresciuti costantemente”, ha affermato.
Ha inoltre precisato che i coefficienti salariali nel settore dell’istruzione sono aumentati del 15,7% e che è necessario continuare a migliorare i diritti materiali e immateriali degli insegnanti.
Mirosavljević ha osservato che, secondo gli studi, per gli insegnanti il problema principale non è lo stipendio, ma il loro status sociale. “Noi stessi siamo responsabili del nostro status, così come lo è la società. Le retribuzioni sono aumentate, ma la divisione tra insegnanti nella sala docenti danneggia la reputazione della professione”, ha affermato.
Kroflin ha ribadito che il governo sta manipolando i dati e che l’affermazione secondo cui il Ministero non ha accesso ai dati è completamente falsa. “I dati che abbiamo utilizzato sono pubblicamente disponibili”, ha dichiarato.
Infine, Stipić ha concluso che, dopo questo sciopero di un giorno, i sindacati informeranno l’opinione pubblica sulle prossime azioni.
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