
Venerdì scorso, i cittadini di tutta la Croazia hanno boicottato negozi, panetterie e centri commerciali in segno di protesta contro l’aumento dei prezzi. L’iniziativa, lanciata dalla piattaforma dei consumatori “Halo, inspektore” (Pronto, ispettore), ha riscosso un successo al di sopra delle aspettative, secondo quanto dichiarato da Josip Kelemen, consulente della piattaforma.
“È stato uno shock per chi credeva che il boicottaggio non sarebbe stato efficace. Per la prima volta, i consumatori hanno fatto sentire chiaramente la loro voce e il loro punto di vista sulla situazione del mercato croato”, ha affermato Kelemen in un’intervista al quotidiano Novi List. Ha sottolineato che qualcosa di serio non va nel mercato croato, dove la situazione dei prezzi è fuori controllo. “I consumatori chiedono che tutti i soggetti coinvolti nella formazione dei prezzi e coloro che dispongono degli strumenti per controllare il mercato risolvano questo problema”.
Kelemen ha evidenziato che, mentre i consumatori non possono esercitare direttamente pressioni sui fornitori o su altri attori della catena di mercato, possono influire sui rivenditori. “Il resto è responsabilità dello Stato. Perché, ad esempio, in Slovenia e in Italia, il prezzo del collo di vitello non è aumentato del 43% in tre mesi, mentre in Croazia sì? Questo dimostra che il sistema di supervisione e regolazione del mercato non funziona”, ha dichiarato.
Secondo Kelemen, il problema non risiede nei consumatori ma nei fornitori, nei rivenditori e nelle autorità competenti. Ha criticato l’efficacia delle misure di alleggerimento amministrativo adottate dal governo negli ultimi anni, sottolineando che alcuni prodotti hanno visto un aumento del prezzo del 100% o più. “Come e perché è successo? Non spetta ai consumatori rispondere a queste domande, ma a chi gestisce e regola il mercato”, ha aggiunto.
La piattaforma “Pronto, ispettore” sta ora analizzando i risultati del boicottaggio e prevede di annunciare nuove azioni nei prossimi giorni. Tra le possibilità, ha affermato Kelemen, ci sono boicottaggi prolungati di catene di negozi o centri commerciali, sia nazionali che stranieri, oppure campagne mirate contro specifici prodotti. Un’altra proposta è esercitare pressioni sul governo affinché riduca l’IVA su determinati prodotti, come misura per limitare i prezzi.
Kelemen ha poi sollevato interrogativi sulla possibile esistenza di cartelli tra commercianti e fornitori e ha criticato l’evidente disparità di prezzi tra la Croazia e altri Paesi per gli stessi prodotti. Ha citato come esempio il prezzo del pane: nonostante la riduzione dell’IVA al 5%, il calo del costo della farina e il controllo dei prezzi di elettricità e carburante, il prezzo del pane è aumentato di oltre il 38%.
“La situazione è insostenibile, e i consumatori chiedono risposte e soluzioni concrete”, ha concluso Kelemen.
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