Marin Miletić: «Poteva andare peggio»

Gli studenti del Ginnasio di Sušak hanno manifestato contro il trasferimento del docente di religione

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Marin Miletić: «Poteva andare peggio»

A Natale rivogliamo Marin. Questo il chiaro messaggio lanciato oggi dagli studenti del Ginnasio di Sušak che si sono radunati nel cortile della scuola per manifestare il proprio disappunto in merito al trasferimento del docente di religione Marin Miletić, il quale dal prossimo semestre insegnerà la materia nella Scuola di elettrotecnica. Il suo spostamento è stato disposto dall’Ufficio catechistico di Fiume, in accordo con gli insegnanti dell’Arcivescovado fiumano. Miletić era balzato agli onori della cronaca alla fine di novembre quando aveva preso parte alla manifestazione di protesta in piazza Jelačić a Zagabria. La sua presenza al sit-in non era stata gradita dall’Arcidiocesi, che in seguito aveva preso le distanze dalle sue dichiarazioni fatte al raduno. In tanti ora considerano il suo trasferimento come una sorta di punizione, primi fra tutti gli studenti del Ginnasio di Sušak dove Miletić aveva insegnato per 14 anni, presentatisi con cartelli e striscioni di solidarietà nei suoi confronti, ma anche affiggendo nei corridoi messaggi di dissenso contro chi ha deciso il suo trasferimento, molti dei quali sulla porta dell’ufficio della preside Đudita Franko A un certo punto lo stesso professore ha raggiunto i ragazzi. “Poteva andare peggio, poteva colpirci un asteroide – ha detto Miletić tra il serio e il faceto rivolgendosi agli studenti –. Anche nei momenti più difficili bisogna lottare per i propri ideali ed essere fedeli a sé stessi, che è la cosa più importante. Ricordate che il Ginnasio siete voi e non quest’edificio. Vivete quei valori che molti di noi vi hanno insegnato. Questa vicenda finirà come deve finire. Come? Non ne ho la più pallida idea. Grazie a tutti voi per questo affetto. Ora però devo andare avanti, ma questa non è una fine. Anzi, forse in un certo senso è un nuovo inizio. Abbiate cura di voi e restate sempre uniti”, ha concluso il docente “ribelle” prendendosi un fragoroso applauso.

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