Maria Crocifissa Cosulich: identificati i resti

Grande successo del team forense dell’Ospedale di Spalato. Il rapporto consegnato alla Chiesa cattolica

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Maria Crocifissa Cosulich: identificati i resti

Al Centro clinico ospedaliero di Spalato il team forense capitanato da Dragan Primorac (ex ministro della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport, in carica dal dicembre 2003 al luglio 2009), Šimun Anđelinović e Alan Bosnar ha compiuto una scoperta destinata a entrare negli annali della Chiesa cattolica e nelle preghiere dei fedeli devoti alla Serva di Dio Madre Maria Crocifissa Cosulich (Marija Krucifiksa Kozulić). Dopo nove anni di studi, l’équipe di ricercatori croati, in collaborazione con i colleghi Mitchell M. Holland della Penn State University (Stati Uniti) e Charl Marshall (Dipartimento della Difesa degli USA – Armed Forces Medical Examiner System/AFMES) è riuscita a indentificare i resti di Maria Crocifissa Cosulich e di sua sorella Teresa (Tereza).
Maria Crocifissa Cosulich (Fiume, 20 settembre 1852 – 29 settembre 1922), discendente di una facoltosa famiglia di navigatori e armatori lussignani, dedicò la vita all’educazione e all’istruzione delle bambine e delle giovani povere. Fu ideatrice e fondatrice di numerose istituzioni sociali a sfondo caritativo a Fiume e si distinse, in particolare, per la fondazione della comunità religiosa denominata “Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù”. La procedura canonica della sua beatificazione fu avviata in modo solenne il 20 ottobre 2013 nella Cattedrale di San Vito a Fiume.
I resti (54 campioni ossei suddivisi in sette buste) di Maria e Teresa Cosulich – riesumati al cimitero di Cosala (Fiume), più correttamente dalla tomba delle suore del Sacro Cuore di Gesù – dopo essere stati esaminati dagli antropologi del capoluogo quarnerino sono stati affidati al team spalatino (ne fanno parte pure Ivana Kružić, Željana Bašić, Miran Čoklo e Anja Petaros) che avvalendosi delle tecniche forensi connesse all’analisi del DNA nucleare e mitocondriale hanno potuto accertarne l’identità.
“I risultati del nostro lavoro sono stati accettati come definitivi da una rivista scientifica e quindi pubblicati. Siamo testimoni di uno dei rari casi nei quali i resti delle persone in odore di beatificazione sono stati identificati nel corso del processo canonico con l’analisi del DNA”, ha osservato Primorac durante la cerimonia di consegna del rapporto sull’attendibilità dell’avvenuta identificazione alle autorità ecclesiastiche. In virtù della solennità di ieri, l’arcivescovo e metropolita di Spalato e di Makarska, mons. Marin Barišić, ha celebrato una messa al Santuario della Madonna di Posian (Gospe od Pojišana) nel capoluogo dalmata.

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