L’Italian business forum (IBF) torna a svolgersi in presenza. A ospitare la manifestazione finalizzata a sostenere i rapporti economici tra l’Italia e la Slovenia è stato per la sesta volta l’Istituto Jožef Stefan (IJS) di Lubiana. Anche questa volta a promuovere l’appuntamento, giunto alla sua decima edizione, è stato il Forum italo-sloveno in concerto con l’Ambasciata d’Italia a Lubiana e l’Italian trade agency (ITA), ovvero l’Ufficio ICE (Istituto per il commercio estero) di Lubiana. Oltre un centinaio tra relatori e ospiti – tra i quali Ingrid Sergaš, da poco nominata Console generale della Repubblica di Slovenia a Milano – hanno partecipato alla conferenza tenutasi ieri, martedì 18 aprile, nell’Aula Magna dell’IJS.
A presentarci l’appuntamento è stato il presidente del Forum italo-sloveno, Jurij Giacomelli. “L’IBF è un parternariato tra il Forum italo-sloveno, l’Ambasciata italiana e l’Agenzia ICE. Punta a presentare le buone prassi di entrambi i Paesi, articolare le necessità del momento attinenti al progresso e alle sfide sociali a livello europeo, in particolare quelle più sentite nei nostri due Paesi. I temi di questa edizione sono tesi all’individuazione del modo d’imprimere un’accelerata al campo dell’innovazione, specie nell’ottica dei rispettivi Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR)”, ha detto Giacomelli. Commentando i livelli raggiunti dall’interscambio commerciale tra l’Italia e la Slovenia, che ormai sfiora i 14 miliardi di euro all’anno, non ha negato d’essere piacevolmente sorpreso dai numeri in questione. “I dati in questo ambito ci sorprendono di anno in anno. Testimoniamo una crescita costante che ha superato ogni aspettativa”, ha notato il direttore del Forum italo-sloveno, puntualizzando che uno degli obiettivi dell’IBS consiste nel comprendere meglio “le ragioni e le potenzialità” delle relazioni economiche tra l’Italia e la Slovenia. “Un ruolo significativo negli scambi commerciali – ancora Giacomelli – tra i nostri due Paesi lo esercita il settore energetico. Ma non scordiamoci che l’interscambio è generato in buona parte dall’impegno profuso dalle piccole e medie imprese, che dominano nelle economie dei due Paesi. Un rapporto, questo, che interessa sempre di più tutto il territorio nazionale dei due Stati e non soltanto le aree di confine. Un fenomeno del quale dobbiamo essere fieri e sforzarci di comprenderlo meglio affinché possa essere ulteriormente migliorato sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo”.
Aprendo il convegno Giacomelli ha affermato che l’obiettivo del Forum consiste nel contribuire a porre le basi per una vita migliore “fornendo spunti ai leader capaci di cambiare le cose in meglio, magari aiutandoli a superare i propri limiti sfruttando le potenzialità che si celano nella collaborazione”. Richiamandosi al tema della conferenza “Accelerare la buona innovazione” (Accelerating good innovation), Giacomelli ha svelato di sperare che un giorno, indipendentemente se a Gorizia o Nova Gorica, possa sorge una stazione ferroviaria per l’alta velocità con treni alimentati a idrogeno”. “Perché abbattere i confini formali non basta, ciò di cui abbiamo bisogno sono nuovi progetti che ci spronino a migliorare costantemente”, ha affermato il presidente del Forum italo-sloveno.
Idrogeno e ricerca spaziale
A porgere un indirizzo di saluto ai partecipanti sono stati a nome dell’Ambasciata d’Italia in Slovenia il vice capo missione, consigliere Ivo Michele Polacco e il direttore dell’IJS, Boštjan Zalar. “Tradizionalmente uno degli aspetti del nostro lavoro consisteva sostanzialmente nel vendere all’estero i prodotti italiani. Al giorno d’oggi questa missione sta cambiando e ci troviamo sempre più spesso intenti a promuovere la collaborazione, specie nei settori più importanti quali l’Hi-tech, lo sfruttamento dell’idrogeno o la ricerca spaziale, un campo questo nella quale la Slovenia ha raggiunto risultati ammirevoli”, ha dichiarato Ivo Michele Polacco, sottolineando l’importanza dell’IBF in questo ambito. Nella dichiarazione che ci ha rilasciato prima dell’inizio dell’incontro Ivo Michele Polacco ha puntualizzato che “il Forum è una parte importante di quel sistema di connessione tra l’Italia e la Slovenia che abbraccia l’Ambasciata, l’ICE, l’Istituto italiano di cultura (IIC) di Lubiana e organismi sostanzialmente privati come per l’appunto il Forum italo-sloveno, che però hanno un’importanza fondamentale in quanto raggiungono delle fasce, in questo caso imprenditoriali, che noi non sempre riusciamo a raggiungere e a coinvolgere pienamente”. “Per questo – ha proseguito – siamo felici che il Forum abbia raggiunto il suo decimo ‘compleanno’ in situazioni non sempre facili. Il Covid è stato un problema per tutti. Ha bloccato le attività per quasi tre anni. Siamo molto felici che sia sopravvissuto e che sia prosperato. E speriamo che continui a prosperare anche in futuro”. Parlando dell’interscambio commerciale tra l’Italia e la Slovenia, Ivo Michele Polacco ha espresso l’auspicio che il medesimo possa continuare a crescere. “Ci auguriamo, innanzitutto che l’economia dei due Stati continui a crescere perché l’interscambio è un effetto della prosperità economica. Continueremo a impegnarci assieme anche ai nostri amici dell’IBF affinché ciò avvenga”, ha dichiarato il rappresentante dell’Ambasciata italiana a Lubiana.
Progetti di ricerca
Porgendo il benvenuto ai partecipanti Boštjan Zalar ha rilevato che se l’Europa desidera primeggiare nel campo della Green economy è necessario investire sagacemente nell’innovazione e nella ricerca in modo da essere in grado d’amministrare in modo intelligente le risorse naturali. Zalar si è soffermato sugli sforzi profusi dalla Slovenia al fine di sostenere la ricerca e l’innovazione, attraverso la promulgazione di norme tese a disciplinare la materia, ma anche per il tramite della creazione di un’Agenzia nella quale vengono convogliati i fondi destinati al finanziamento del settore e che prima erano sparsi tra vari dicasteri con tutte le ripercussioni che ciò comportava. Zalar si è soffermato pure sull’ottima collaborazione instaurata tra l’IJS e vari partner italiani. “Dal 2019 ad oggi sono circa 150 i progetti che ci hanno visto collaborare con ricercatori o istituzioni italiane”, ha notato il direttore dell’IJS. La sua vice, Romana Jordan, ha illustrato le peculiarità dell’Accordo di collaborazione quadriennale firmato lo scorso 22 dicembre dall’IJS con il Consiglio nazionale (italiano) delle ricerche (CNR). Un’intesa dalla quale è scaturito pure un programma cooperativo nel campo della ricerca quantistica, della robotica, degli elementi non strutturali, della fusione e della fissione. Ai sensi del medesimo nei giorni scorsi è stata bandita una gara per l’assegnazione di complessivi 12mila euro di contributi testi al finanziamento di progetti di ricerca.
Tra i relatori – banchieri, assicuratori, manager, imprenditori… – della X edizione dell’IBF c’era anche la direttrice dell’Ufficio ICE di Lubiana, Serenella Marzoli, il cui intervento è stato incentrato sull’interscambio commerciale tra l’Italia e la Slovenia. “Ho preso in esame una particolarità del nostro rapporto bilaterale. Ossia che negli ultimi cinque anni l’interscambio tra i nostri due Paesi è aumentato dell’88 p.c. A fine 2022, stando ai dati dell’Istat, questo interscambio ammontava a 13,8 miliardi di euro. Più o meno il medesimo importo è stato indicato pure dall’analogo istituto di statistica sloveno”, ha osservato Serenella Marzoli. “Posso dire che si tratta di un risultato eccezionale dopo tutto quello che abbiamo passato con due anni di Covid. E soprattutto dopo un anno che ha visto una crisi energetica molto forte”, ha dichiarato la direttrice dell’Ufficio ICE di Lubiana, che ha presentato un’analisi dello stato dell’economia slovena di cinque anni fa paragonandolo a quello odierno, per cercare di vedere quali sono le cause di questo fantastico risultato, ovvero della crescita dell’interscambio commerciale tra l’Italia e la Slovenia.
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