Lotta agli abusi. I vescovi croati s’affidano ai manuali italiani

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Lotta agli abusi. I vescovi croati s’affidano ai manuali italiani
La sede della Conferenza episcopale croata (HBK). Fotografia di Luka Stanzl/PIXSELL

ZAGABRIA | La Conferenza episcopale croata (HBK) ha fatto tradurre dall’italiano al croato due manuali finalizzati alla tutela dei minori e più in generale delle persone vulnerabili. Si tratta di sussidiari rivolti in primo luogo ai formatori, agli educatori e agli operatori pastorali editi dal Servizio nazionale per la tutela dei minori della Conferenza episcopale italiana (CEI) nel 2021. Il primo è intitolato “Le ferite degli abusi” (il titolo della traduzione croata è Rane zlostavljanja) ed è stato curato da Anna Deodato, Amedeo Cencini e Gottfried Ugolini. Il secondo volume è stato realizzato da Gianluca Marchetti e Francesco Airoldi ed è intitolato “Buone prassi di prevenzione e tutela dei minori in parrocchia” (Primjeri dobre prakse za zaštitu maloljetnika).
Come segnalato sul sito del Servizio nazionale per la tutela dei minori della CEI i libri in oggetto “vogliono essere – senza alcuna pretesa di esaustività – strumenti di studio e di primo approfondimento” per coloro che siano impegnati nella prevenzione di ogni forma d’abuso in ambito ecclesiale. In particolare la prima delle due opere (entrambe scaricabili on line nella versione italiana) è dedicata alle ferite degli abusi, cercando di rispondere a domande necessarie: Dove accade l’abuso? Quando si verifica? Quali caratteristiche ha? E, soprattutto, quali sono le conseguenze per la vittima? Il testo si configura come un approccio pedagogico e divulgativo che possa aiutare educatori e operatori pastorali a comprendere la terribile realtà degli abusi. Ricordando a tutti che al centro e all’inizio di ogni riflessione e comprensione deve esserci accoglienza, riconoscimento, ascolto delle persone ferite. Il secondo volume mette, invece, in evidenza le buone prassi in parrocchia e nei luoghi comunitari, ossia quei modi d’agire che sono la concreta espressione della cura e custodia dei più piccoli, ponendo al centro i bambini e valorizzando la corresponsabilità comunitaria attraverso la partecipazione e formazione degli operatori pastorali.
Ultimamente il prestigio e la fiducia dei fedeli nelle istituzioni della Chiesa cattolica sono stati messi a dura prova in Croazia, a seguito degli scandali connessi ai maltrattamenti e abusi che vedono coinvolti i sacerdoti o comunque persone collegate alla varie Diocesi del Paese. L’arcivescovo di Fiume, Mate Uzinić, si ricorda, nei giorni scorsi aveva convocato una conferenza stampa per chiedere perdono alle vittime. “Provo profonda tristezza e vergogna per gli abusi su minori e adulti che, secondo le denunce, sono stati perpetrati da sacerdoti o altre persone associate all’Arcidiocesi di Fiume”, aveva dichiarato in quell’occasione mons. Uzinić, assicurando d’aver avviato le necessarie indagini per tutti i casi dei quali era stato messo al corrente, premurandosi di segnalarli alla Procura di Stato. “Per i casi più gravi – aveva rilevato l’arcivescovo – non ci dovrebbe essere il condono o un limite temporale al termine del quale il caso possa essere prescritto, bensì andrebbe fatta giustizia nell’immediato”. “Sto facendo del mio meglio, nei limiti delle mie possibilità e della giurisdizione a me assegnata e combatterò con tutte le forze per una Chiesa aperta, trasparente, comprensiva, per il bene dei fedeli, ma pure severa con chi pensa di essere al di sopra di essa. Aiutatemi a impedire a ogni molestatore di commettere ulteriori crimini. Come vescovo non ho il potere di metterli in prigione, ma posso e voglio denunciarli, privarli del loro ministero e impedire loro di abusare della fiducia dei fedeli, in particolare delle famiglie e dei bambini, attraverso le strutture ecclesiastiche e le autorità”, aveva affermato mons. Uzinić solo pochi giorni fa a Fiume.

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