RIJEKAMPIONE – È SUCCESSO DI NUOVO

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RIJEKAMPIONE – È SUCCESSO DI NUOVO
Foto PIXSELL

il Rijeka è campione di Croazia! Con una vittoria per 2-0 sullo Slaven Belupo nell’ultima giornata di campionato, i biancocrociati si sono laureati campioni nazionali per la seconda volta nella loro storia, riportando a Fiume un titolo atteso da sette anni, dopo il primo, storico trionfo del 2017.

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Foto Roni Brmalj
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Al triplice fischio dell’arbitro Erceg è esplosa la festa. Abbracci, urla, lacrime. Ma anche gioia, incredulità, orgoglio. Un mix devastante di emozioni in campo e sugli spalti. Perché sì, è tutto vero: il Rijeka è campione! Esattamente come otto anni fa. E tutto sommato l’attesa non è stata nemmeno così tanto lunga considerando un po’ quelle che sono le gerarchie, ormai ben consolidate, nel campionato croato. Sì, probabilmente inconsciamente qualcuno temeva di rivivere l’incubo di quel maledetto 26 maggio 1999 e la beffa (per usare un eufemismo…) di Cantrida nell’ultima e decisiva giornata contro l’Osijek. Anche in quel caso i fiumani avevano il coltello dalla parte del manico perché con un successo avrebbero conquistato il primo titolo della loro storia indipendentemente da cosa avrebbe fatto l’allora Croatia. Ma purtroppo non avevano fatto i conti col guardalinee Krečak e quella sua bandiera beffardamente alzata che annullava nel finale il gol del 2-1 di Hasančić consegnando così il titolo nelle mani degli zagabresi. Ah, se solo ai tempi ci fosse stato il VAR… Vuoi o non vuoi la mente correva a 26 anni fa e a quella ferita che nel cuore e nella testa di molti tifosi non si è ancora rimarginata e che probabilmente non si cicatrizzerà mai. Ma stavolta niente torti arbitrali, niente bandierine galeotte, niente gol annullati. No, stavolta soltanto spazio al lieto fine. Un secco 2-0 allo Slaven Belupo e tanti saluti a Dinamo e Hajduk.

Foto Roni Brmalj
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Uno stadio di bianco vestito

Già il giorno prima l’Armada aveva “incendiato” Rujevica presentandosi alla rifinitura della squadra. Cori, striscioni e fumogeni per dare la giusta carica ai giocatori e allo staff tecnico capitanato dal condottiero Đalović a 24 ore dalla partita più importante della loro carriera. Il sostegno dei tifosi non è mai venuto meno, né in casa né in trasferta. E sicuramente anche chi snobba Rujevica dopo l’aumento del prezzo dei biglietti di inizio stagione o perché ritiene questo stadio una sorta di esilio in attesa del tanto agognato ritorno a Cantrida, avrà sentito il cuore esplodere nel petto dopo questa clamorosa impresa. Perché di impresa si tratta.

Già due ora prima del calcio d’inizio una marea bianca carica di speranze si stava riversando verso lo stadio, ma anche verso il Corso dove in piazza della 128 brigata è stato allestito un maxischermo per tutti coloro che per un motivo o per l’altro non potevano essere presenti sugli spalti a Rujevica. E il colpo d’occhio allo stadio era stupendo: tutto colorato di bianco e un’atmosfera da brividi per spingere la propria squadra verso la gloria e al tempo stesso a far tremare le gambe ai giocatori dello Slaven Belupo (già costretti a passare una notte in bianco dopo l’assedio dell’albergo nel quale alloggiavano ad Abbazia, un episodio veramente squallido, per quanto questa sia una “prassi consolidata” alla vigilia delle partite decisive, un po’ dappertutto e non soltanto in Croazia).

Foto Željko Jerneić
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Marijan Kustić come Tom Cruise

Sono bastati 12 minuti per esorcizzare i fantasmi del 1999 con Janković a sbloccare il risultato e a far esplodere l’urlo di Rujevica. L’1-0 non è tuttavia un risultato rassicurante anche perché poco dopo dal Maksimir arriva la notizia del vantaggio della Dinamo sul Varaždin. Ma a inizio ripresa ci pensa Sušak a offrire gentilmente a Fruk un regalo che il fantasista della nazionale scarta per il 2-0 che mette il titolo in ghiaccio. Ancora prima del recupero assegnato dal quarto uomo i tifosi sono assiepati a bordo campo e al triplice fischio una marea bianca invade il campo. Passano soltanto una ventina di minuti ed ecco arrivare, accompagnato da un boato, l’elicottero con il trofeo, partito con largo anticipo da Bosiljevo… Una scena inedita, quasi da film. Una sorta di Mission Impossible con il presidente federale Marijan Kustić nei panni di un improbabile Tom Cruise. Intanto in campo proseguono i festeggiamenti aspettando il momento più atteso, quello della consegna della coppa. L’attesa è un po’ lunga ma, dopotutto, l’attesa del piacere è essa stessa il piacere. Dopo quasi un’ora Marijan Kustić si presenta in tribuna per consegnare le medaglie a tutta la rosa e allo staff tecnico, ma soprattutto la coppa nelle mani del capitano Martin Zlomislić, il quale la solleva al cielo sulle note di We Are the Champions, circondato dai compagni di squadra, dal presidente Damir Mišković e pure da Ivan Smolčić, giunto per l’occasione da Como. Il portiere erzegovese è il secondo a farlo dopo Mate Maleš otto anni fa al Maksimir. Il trofeo passa di mano in mano a tutti giocatori, dai titolari a chi il campo lo ha visto poco o per niente. Fino ad arrivare al principale artefice di questo exploit, Radomir Đalović, il primo allenatore della storia del campionato croato capace di conquistare il titolo alla sua prima stagione da head coach. La festa a Rujevica è andata avanti ancora a lungo, poi in tarda serata il corteo festante è sceso in centro per ricevere sul Corso l’abbraccio dell’intera città.

E adesso manca ancora la ciliegina sulla torta perché la stagione non è ancora finita. C’è infatti ancora un trofeo da mettere in bacheca, la Coppa Croazia. Giovedì sera nuovo appuntamento a Rujevica e ancora una volta contro lo stesso avversario, lo Slaven. Per firmare il doblete e per eguagliare così il trionfo totale di Matjaž Kek e compagnia.

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Foto: Goran Kovacic/PIXSELL
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Toni Fruk tira e segna il gol del titolo da 40 metri. Foto: Sanjin Strukic/PIXSELL
Niko Janković urla la propria gioia dopo il gol del vantaggio. Foto Roni Brmalj

Video Monica Lalić

Video Željko Jerneič

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La gioia dei tifosi del Rijeka davanti al maxischermo in Corso. Foto Željko Jerneić
La gioia esplode anche in Corso. Foto Željko Jerneić

 

 

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