
Il 3 maggio prossimo la Croazia celebrerà per la prima volta il Giorno del ricordo dei bimbi uccisi durante la Guerra patriottica. La proposta ha ottenuto al Sabor un appoggio unanime. Il dibattito sulla modifica alla Legge sui Giorni memoriali è stato però l’occasione propizia per la destra croata per rispolverare una sua vecchia richiesta, ossia l’abolizione della Giornata della lotta antifascista che si celebra il 22 giugno. DOMiNO, il partito presieduto da Mario Radić, nato dalla scissione del Movimento patriottico ha deciso infatti di proporre un emendamento alla Legge sulle festività in modo da eliminare la Giornata della lotta antifascista. Un’iniziativa simile era approdata al Sabor già nel 2019, però l’HDZ del premier Andrej Plenković l’aveva subito bocciata. E non sembra proprio che Plenković intenda cambiare idea, in quanto ogni anno formula ai cittadini i suoi auguri per questa festività e a volte si reca anche nel bosco di Brezovica dove il 22 giugno 1941 vi era stato il noto raduno degli antifascisti, considerato il preludio dell’inizio dell’insurrezione. L’intento di DOMiNO appare chiaro: spaccare almeno su questo argomento la maggioranza imperniata sull’alleanza tra HDZ e Movimento patriottico (DP). Ovvero spingere il Movimento patriottico a scoprire le carte e chiarire se sta ancora a destra oppure no. La convinzione infatti è che il DP dovrebbe appoggiare una simile iniziativa, visto che dovrebbe fare parte del suo bagaglio ideologico. Il condizionale ovviamente è sempre d’obbligo in questi casi in attesa dell’evolversi della situazione.
La rivolta del Prostimo
Fatto sta che l’annuncio di DOMiNO ha suscitato subito una levata di scudi in Istria dove è stato ribadito dai leader locali del centrosinistra in primo luogo il legame tra antifascismo e unione della penisola alla Croazia. Il presidente della Regione, Boris Miletić, ha condannato subito l’iniziativa proveniente dalle file della destra croata di eliminare dalla Legge sulle festività la Giornata della lotta antifascista. “È vergognoso che in Croazia qualcuno continui a scrivere una storia alternativa, per cui ogni tanto assistiamo a proposte assolutamente inaccettabili, soprattutto per noi in Istria. L’antifascismo è un valore che rispettiamo e viviamo anche ogni giorno. Dopo tutto, la rivolta del Prostimo del 1921 fu la prima rivolta contro il fascismo nel mondo, seguita dalla Repubblica di Albona. E senza le Decisioni del settembre del 1943 e la determinazione delle generazioni di allora di annettere l’Istria alla madrepatria, oggi non saremmo parte della Croazia. Pertanto, la nostra eterna gratitudine va ai combattenti antifascisti e a tutte le persone coraggiose di quel tempo, e in particolare agli oltre 10mila istriani che persero la vita in nome della libertà, della giustizia e dell’uguaglianza. I confini della Croazia sono stati difesi dai difensori nella Guerra patriottica, e vorrei ricordare che l’adesione più alta alla mobilitazione nel Paese è stata proprio in Istria, oltre il 92%”, ha rilevato Boris Miletić, ricordando che proprio in questi giorni è stato celebrato l’81° anniversario della fondazione della Prima Brigata istriana “Vladimir Gortan” per cui la proposta di DOMiNO è “una provocazione politica a buon mercato da parte di chi non conosce i fondamenti della storia”.
Un valore vivo
Immediata anche la reazione di condanna da parte della Dieta democratica istriana. Il leader Dalibor Paus ha sottolineato che “appena due giorni dopo aver celebrato la fondazione della Prima Brigata istriana, il cui contributo all’annessione dell’Istria alla madrepatria fu incommensurabile, ci troviamo di fronte a una proposta che cerca di cancellare la Giornata della lotta antifascista dal calendario ufficiale. Finché ci saranno iniziative del genere, la lotta antifascista continuerà”. Dalibor Paus ha aggiunto che “l’antifascismo non è una cosa del passato, è un valore vivo che si erge come baluardo contro ogni forma di revisionismo e contro i tentativi di sminuire i diritti e le libertà che abbiamo conquistato come società. L’Istria ha costruito la sua identità sull’antifascismo e la DDI non permetterà che questi valori vengano messi in discussione a causa di mosse politiche a buon mercato”. (ds)
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