L’Istria capofila del decentramento

L’Assemblea conteale ha celebrato ieri con una sessione solenne la Giornata della Regione. Fabrizio Radin ha ribadito l’importanza dello Scoglio Olivi

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L’Istria capofila del decentramento

L’Assemblea regionale ha celebrato ieri con una sessione solenne la Giornata della Regione istriana. La celebrazione si è svolta a Pisino in occasione del 76.esimo anniversario delle decisioni che nel settembre del 1943 portarono all’unione dell’Istria alla Croazia. Nella stessa ricorrenza si è celebrato inoltre il 75.esimo anniversario della fondazione della 43.esima divisione istriana.
Alla cerimonia è intervenuto pure il ministro del Turismo, Gari Cappelli, che a nome del governo croato ha parlato dell’importanza dell’antifascismo e della Guerra patriottica per la promozione della democrazia, della libertà e dei moderni valori europei. “L’Istria è un esempio in moltissimi campi e vogliamo che sia così anche in futuro. Ogni anno qui vengono accolti quattro milioni di turisti. Ciò fa sì che questa sia la Regione più sviluppata sul piano turistico, ma il suo contributo è estremamente importante anche globalmente a livello economico e imprenditoriale”, ha affermato il ministro.
Conservare lo spirito del popolo
Durante la sessione solenne si è parlato anche di decentramento, un tema questo affrontato dall’inviato del Presidente della Repubblica, il consigliere per la politica interna, Vladimir Lončarević. “L’Istria è la prima Regione che ha iniziato a lavorare sul tema del decentramento, applicando tutte le direttive europee e battendosi in prima persona per i diritti delle minoranze nazionali”, ha affermato Lončarević.
Il presidente ad interim della Regione, Fabrizio Radin, ha parlato dell’Uljanik e di come senza lo stabilimento navalmeccanico polese non si possa pensare di salvaguardare la cantieristica navale croata. Il presidente dell’Assemblea regionale, Valter Drandić, ha lodato l’antifascismo, spiegando come questo non sia un concetto inutile, bensì un insieme di valori, di idee e di questioni che regolano poi i rapporti fra le persone, come pure i legami fra i cittadini e i loro rappresentanti politici.
“Mi dispiace dirlo ma oggigiorno in Croazia produrre una storia alternativa è conveniente, è diventato quasi un business. Proprio per questo per noi è ancora più importante conservare lo spirito istriano, lo spirito del popolo. Abbiamo bisogno di nuove prospettive, di grandi decisioni, di nuove sfide, ma anche di più forza e più unità”, ha affermato Drandić, il quale ha poi parlato dei giovani. “È nostro compito costruire il futuro per i giovani, permettere loro di trovare la strada giusta, in modo tale che possano cogliere le opportunità che si meritano e che lo facciano in Croazia. Dobbiamo lavorare affinché le generazioni future possano continuare a vivere nella loro Patria, contribuendo al suo sviluppo economico, sociale e culturale”, ha concluso Drandić.

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