Lisignano e Kostrena: inquinamento sovrapponibile

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Lisignano e Kostrena: inquinamento sovrapponibile

Due indizi fanno una prova? Forse sì, forse no. Dolores Brenko Škerjanc della Capitaneria di porto polese non ha voluto puntare il dito contro nessuno nella spinosa vicenda dall’inquinamento di parte della costa lisignanese, però ha confermato che l’analisi dei campioni prelevati a Lisignano è uguale a quella dei campioni prelevati a Kostrena. “L’unica differenza consiste nel fatto che a Kostrena l’inquinamento è arrivato dalla terraferma e a Lisignano dal mare”, ha detto la responsabile della Capitaneria di porto.
Analisi alla mano, si potrebbe dedurre che l’avaria nella Bassa Istria sia stata causata dal gasolio fuoriuscito dalla Centrale termoelettrica di Fiume. Ma questo Brenko Škerjanc non l’ha detto. Ha però escluso che il carburante possa essere stato portato a riva dopo essere stato sversato in mare da una nave. In effetti, era questo che si era creduto all’inizio, allorché domenica 13 novembre erano comparse le prime, pericolose chiazze di quella che era ancora una sostanza non meglio definita.
A Kostrena l’incidente è occorso il 9 novembre e, nonostante gli addetti ai lavori avessero arginato l’area, il gasolio, portato dal vento e dalla corrente, era giunto a Lisignano. Costeggiando la parte orientale della penisola e senza provocare danno alcuno in altre zone.
Dalla termocentrale avevano ammesso la fuorisucita di 700 litri di gasolio, ma forse il dato non è propriamente esatto: sembra, infatti, una quantità troppo esigua considerato che l’inquinamento ha interessato (e interessa tututtora) ben 5 km di costa da Punta Santo Stefano a Sissano fino alla baia di Cuie a Lisignano. Specifichiamo che l’avaria ha preso il mare e la costa a macchia di leopardo, per cui alcune zone non ne sono state intaccate.

Dolores Brenko Škerjanc. Foto Marko Mrđenović

Le operazioni di bonifica erano scattate lunedì 14, coordinate dalla Capitaneria di porto di Pola e hanno coinvolto l’azienda specializzata “Dezinsekcija” di Fiume, che ha recintato le macchie per assorbire il carburante e impedire che il vento lo allargasse verso altre zone. Poi, con l’aiuto di pompe è stato assorbito quanto è stato possibile fare. Ma è stato necessario anche intervenire meccanicamente per pulire le rocce. Accanto alla Dezinsekcija erano intervenuti pure la municipalizzata Brnestra, i Vigili del fuoco volontari di Lisignano, i rappresentanti del Comune. Si erano fatti avanti anche molti volontari, ma era stato valutato che nella fase iniziale delle operazioni era necessario in primo luogo l’intervento degli specialisti e poi, in un secondo momento sarebbe stato possibile includere altri soggetti. Hanno dato una mano anche le maestranze delle altre municipalizzate della Bassa Istria, in quella che è diventata un’azione di buon vicinato. Poi ancora Vigili del fuoco, Protezione civile e altri. E a tutti è andato il ringraziamento di Dolores Brenko Škerjanc
Il risarcimento dei danni
“Lo sporco non proviene certamente da Lisignano – aveva detto il primo giorno il sindaco di Lisgnano, Marko Ravnić -. È arrivato dal largo, spinto dalla bora. Ho visionato tutta la zona e in molti punti la nafta è entrata nelle fessure delle rocce. Chi ha provocato il danno, pagherà”. Già. Ora è proprio il caso di parlare di risarcimento dei danni, presumiamo. Le operazioni di bonifica non sono certamente poco costose e peraltro non sono nemmeno finite. Si diceva che dovrebbero passare dei mesi per riportare tutto alla “pulizia” di prima.
E alla ricerca del colpevole (si potrebbe dire, nel caso, cherchez la tache) ritorniamo alla questione della composizione della sostanza inquinante. E ai due indizi: uno è la composizione del gasolio che ha inquinato a Kostrena, l’altro la composizione gemella del gasolio che ha messo in croce il mare della Bassa Istria. Sarà la Procura a giudicare se questi due indizi fanno una prova e in che direzione procedere per cercare giustizia nel caso.

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