L’influenza è cosa seria. Parte oggi la profilassi

Sanità. Ecco come prevenire il malanno di stagione

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L’influenza è cosa seria. Parte oggi la profilassi

Il tempo ci avrà pure accarezzato, consentendo bagni in mare per i più fino a pochi giorni fa. Ma uno sguardo al calendario ci ricorda che ormai siamo a novembre e che quindi la stagione dell’influenza non è più lontana. Solitamente da queste nostre parti arriva a gennaio, ma occorre mettere le mani avanti per tempo e prendere le misure necessaria a evitare il malanno. Che è meno innocuo di quanto non si sia portati a pensare. Le complicanze, infatti, non sono cosa da poco e compromettono seriamente l’organismo, con conseguenze a volte letali. Che fare, dunque? I medici invitano alla vaccinazione, che parte proprio oggi e si può effettuare presso l’Istituto di igiene pubblica della Regione istriana e presso gli ambulatori dei medici di famiglia. In penisola si potrà contare su 16mila dosi di vaccino; quanto richiesto in seguito alle proiezioni e alla “spesa” delle stagioni scorse.
Il vaccino della stagione influenzale 2019/20 è quadrivalente e la sua formulazione è quella raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, tanto che contiene i ceppi A/Brisbane (H1N1), A/Kansas (H3N2), B/Colorado e B/Phuket. Quest’ultimo, quarto ceppo, utile alla composizione dei vaccini quadrivalenti, è stato confermato l’anno scorso. Nella stagione 2018/19, infatti, il vaccino disponibile era stato trivalente.
Il vaccino è primariamente indirizzato (e quindi per le categorie è gratuito) alle persone di età pari o superiore a 65 anni; agli ospiti della Case dell’anziano e di istituzioni per la cura di malati cronici (a prescindere dall’età), ai malati cronici con malattie a carico dell’apparato cardio-circolatorio (inclusi i bambini, specialmente quelli con malattie a carico dell’apparato respiratorio – fibrosi cistica, asma cronica, displasia broncopolmonare) e malattie congenite; adulti e bambini con malattie metaboliche (incluso il diabete), insufficienza renale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, malattie neurologiche e neuromuscolari che influiscono sulla respirazione e persone con il sistema immunologico compromesso (inclusi i malati oncologici, le persone in trattamento a lungo termine con corticosteroidi, sieropositivi ecc); bambini e adolescenti (6 mesi – 18 anni) in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale); familiari e contatti di soggetti ad alto rischio; personale delle Case dell’anziano e istituzioni per la cura di malati cronici; personale sanitario (che in questo modo tutelano sé stessi e i pazienti) e gestanti (che trasmettono la difesa pure ai nascituri). Già detto e scritto, direte. Ma mai come in questo caso repetita iuvant. L’influenza è un malanno serio, dice la dott. Jasna Valić, del responsabile del Servizio epidemiologico dell’Istituto regionale di salute pubblica. E all’esperta chiediamo qualche delucidazione aggiuntiva.

La dott. Jasna Valić

Il vaccino è ugualmente efficace per tutti?
“No, non lo è. Gli over 65, e in particolare gli ultraottantenni reagiscono al vaccino in modo più blando. Tra questa popolazione si registra il maggiore numero di complicanze dell’influenza, spesso anche con esito letale. E sono fragili pure i bambini al di sotto dei 6 anni, in quanto non hanno ancora sviluppato l’immunità. Resta poi sempre un margine di persone che forse non sviluppano anticorpi in seguito alla vaccinazione. Nella maggior parte della popolazione vaccinata però si formano gli anticorpi; ne consegue che questa larga fetta di popolazione è protetta dalla malattia.”
Solitamente si diramano le raccomandazione per le categorie che dovrebbero vaccinarsi: chi non dovrebbe farlo?
“In primo luogo non devono farlo quanti hanno avuto una precedente severa reazione allergica, chi è allergico alle proteine dell’uovo e del pollo, alla neomicina, alla formaldeide. In questi casi le controindicazioni sono assolute. Controindicazioni relative si hanno in caso di infezioni acute o stati febbrili. Una volta rientrata questa condizione, ci si potrà vaccinare”.
Ci premuniamo contro l’influenza, ma il vaccino ha degli effetti collaterali?
“Sì, si possono manifestare alcuni effetti collaterali, che tuttavia sono in genere leggeri: rossore o lieve gonfiore del punto di inoculazione, malessere generale di breve durata con mal di testa e dolori muscolari. In rari casi si può verificare una reazione allergica grave. Ripeto, si tratta di un’evenienza tutto sommato rara, che certamente non ci farà desistere dalla vaccinazione”.
Quando il vaccino inizia a fare effetto?
“Bisogna aspettare da due a quattro settimane. Ma già dopo due settimane si sarà acquisita una certa immunità, quindi gli anticorpi prodotti dall’organismo saranno in grado di riconoscere il virus dell’influenza e agire di conseguenza”.
Possiamo ammalarci di influenza comunque, anche se vaccinati?
“Sì, può succedere. qualcuno, nonostante l’inoculazione del vaccino non sarà in grado di creare anticorpi. Bisogna tenere di conto che il virus dell’influenza è soggetto a mutazioni. Il vaccino è il meglio che si possa comporre in base alle stime, ma certamente non è ideale”.
Chi si è vaccinato l’anno scorso o aveva contratto l’influenza, mantiene un certo grado di immunità?
“Se così fosse non occorrerebbe produrre il vaccino di anno in anno. Ed è proprio questo il problema, se così vogliamo dire, dell’influenza: il vaccino dell’anno scorso oppure l’avere contratto la malattia in precedenza, non dà copertura alcuna, in quanto il virus ha la capacità di mutare. Ad esempio, con l’antitetanica si può stare in pace per una decina d’anni, perché l’agente che lo causa è stabile. quello dall’influenza, anzi contro l’influenza, è l’unico vaccino al mondo che bisogna produrre di nuovo ogni anno. La malattia si ripropone ogni anno, come detto è molto seria, ha complicanze importanti. E se vogliamo, oltre alle ricadute puramente personali per chi sta male, provoca perdite anche economiche e sociali. Basti pensare alle giornate di lavoro perse, alle lezioni perse e altro”.
Un malanno da non prendere sotto gamba, quindi. Da evitare, se possibile, con i soliti accorgimenti e le precauzioni del caso: lavarsi le mani, aerare gli ambienti, evitare luoghi affollati. E se comunque dovesse capitare di contrarre l’influenza, mettersi a letto, bere molto, assumere vitamina C… A tale proposito la dott. Valić ci ripropone il suggerimento dato dal prof. all’Università”: tagliare un limone in 7 fette, mettersi a letto e mangiare una fetta di limone al giorno. Segno che una settimana di cura ci vuole proprio. Se dopo 2-3 giorni dovessero insorgere complicanze, bisognerà rivolgersi al medico, che prenderà la giuste misure.

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