Lezioni online: l’esperienza della SMSI «Dante Alighieri»

Gli allievi delle terze classi della SMSI hanno descritto l'assenza dai banchi di scuola

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Lezioni online: l’esperienza della SMSI «Dante Alighieri»

La fascia di età tra le più colpite dalle ripercussioni emotive prodotte dall’epidemia di coronavirus è quella degli adolescenti. Che cosa possono produrre in loro la chiusura delle scuole, delle discoteche, dei centri di aggregazione, le limitazioni alla mobilità e agli scambi interpersonali? La loro quotidianità ha subito cambiamenti considerevoli che possono generare sentimenti contrastanti: tristezza, rabbia, pseudo-indifferenza, timore… Ecco che allora “missioni intelligenti” assegnate dalle stesse istituzioni scolastiche possono concorrere a farli sentire partecipi e attivi a un’attività di gruppo. É il caso della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” che in questo periodo ha cercato di “ammorbidire” le sofferenze che le lezioni online, i distanzimenti e la costrizione di rimanere a casa hanno inflitto alla voglia di normalità e coesione sociale.
Invece di assegnare i soliti compiti preconfezionati dalla volontà ministeriale, la prof di psicologia Marta Nedveš Pretto, ha chiesto alle terze classi dei licei di inviare alla scuola lettere, disegni e fotografie, o altro, che raccontino come stanno vivendo questo periodo di vacanza forzata. Le modalità prescelte sono state varie, ma tutti hanno descritto con coinvolgimento la routine delle giornate Covid. I ragazzi spiegano a vicenda che cosa si può realizzare, che cosa si vorrebbe fare ma non è possibile fare, quel che si vede di nuovo da casa, ma soprattutto che sentimenti si provano. Lo fanno anche con fotografie simpatiche e buffe. Riportiamo di seguito qualche pensiero anonimo rubato dalle lettere pubblicate sulle pagine web della scuola.
Scuola, quanto mi manchi
“Nessuno si sarebbe immaginato di trovarsi in questa situazione – dice un’allieva –; davo tutto quanto per scontato. Visitare i nonni stava diventando una noia mortale, i giri in bicicletta erano cose insignificanti per me, a volte inventavo pure scuse per non uscire con gli amici, a scuola ci andavo per forza mentre adesso non vedo l’ora di ritornarci e ascoltare anche la lezione più noiosa di tutte“.
Che cosa può insegnare una condizione di quarantena? “Di aprire gli occhi e guardarmi intorno per capire il senso delle cose e il valore delle persone. Mi sta anche facendo capire che da soli non possiamo stare e che abbiamo bisogno dei soliti abbracci, saluti, baci, sorrisi e risate, cose che ci sono state tolte da un giorno all’altro, cose che non si possono comprare quando vai a fare la spesa e cerchi di evitare pure gli sguardi delle persone“.
Poi altre espressioni di disappunto e rassegnazione. “Queste vacanze forzate sono state un grande colpo per me” oppure. “Questi gionni di ‘vacanza’ forzata non mi piacciono”.
A proposito di lezioni in Rete … “All’inizio era difficile capire come funzionano. Tutti eravamo confusi. Adesso è un pò più facile e ci siamo già abituati. A me sinceramente manca la scuola. Mi mancano gli amici, le lezioni ed anche le spiegazioni dei professori“.
Una vacanza… forzata
In seguito si legge pure che “le lezioni online a me personalmente non piacciono, perché siamo obbligati a stare sui cellulari o sui laptop che io evito. Ma non ci sono altre soluzioni tranne questa e quindi ci dobbiamo abituare”. Avanti ancora: “Questa situazione influisce tanto su di me, perché non posso uscire liberamente come prima, non posso vedere i nonni, non posso vedere ogni giorno i miei amici come sono abituata, non posso andare a scuola”.
Infine anche un’epistola alla docente: “Cara professoressa di psicologia, questo periodo di vacanza forzata sta passando molto lentamente. Più che altro mi fanno innervosire le lezioni online. Diversamente da quando siamo a scuola devo seguirle attraverso lo schermo per otto ore al giorno. Questo nuoce alla mia vista che già non è messa particolarmente bene. Mi manca un contatto con i compagni di classe e anche se ci sentiamo grazie alla tecnologia, la differenza si sente. Non vedo l’ora che la quarantena termini in modo che possa rivedere i miei compagni. Non mi fraintenda, anche la scuola mi manca, sto iniziando a detestare le lezioni online, ma credo che per quest’anno non la rivedrò più. La speranza è quella di poter andare al mare d’estate con i compagni”.
Lavori di gruppo
In questa situazione della coronacrisi la “Dante Alighieri” aveva anche trovato il modo e l’energia per organizzare un incontro virtuale nell’ambito della Notte del libro con la partecipazione di 52 allievi e numerosi docenti, coinvolti in quiz e creazioni di poster digitali. Tra l’altro la scolaresca ha partecipato al progetto tedesco intitolato Corona 2020 #io_resto_a_casa – connessi e non da soli!, che ha dato vita a un libro elettronico. Alcuni allievi della Dante assieme a tantissimi altri giovani di vari Paesi d’Europa hanno voluto raccontare come trascorrono le loro giornate in questi momenti particolari, e l’hanno fatto anche in tedesco. Regna la soddisfazione che pure la “Dante” abbia avuto l’opportunità di contribuire a questo progetto creativo, coordinato dalla Otto-Burrmeister-Realschule di Recklinghausen (Germania). L’importante è non perdere il sentimento di gruppo e in questo si sta riuscendo bene.

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