L’euro ai Mercati: cambierà poco

Stando alle venderigole l’introduzione della moneta unica non dovrebbe creare grossi scompensi

0
L’euro ai Mercati: cambierà poco

Il 5 settembre nei punti vendita dovrebbe scattare l’obbligo di esporre i prezzi della merce in vendita sia in kune che in euro con alcune eccezioni e principalmente le edicole, le bancarelle dei mercati di frutta, fiori e ortaggi, i parchimetri, i distributori di caffè o bevande e altre “macchine a gettone”, i venditori ambulanti, le aziende agricole a conduzione familiare, le fiere, le sagre e altre vendite occasionali, i display delle casse nei supermercati, i totem e i pilastri digitali ai distributori di benzina, i tassametri, ma anche gli articoli stampati ed emessi in precedenza come le ricariche telefoniche, i biglietti della lotteria, le imposte di bollo e simili. Dal 5 settembre saremo dunque di un passo più vicini ai 340 milioni di europei che usano l’euro in contanti e dal primo gennaio dell’anno prossimo saremo in famiglia.

Quindici kune fanno circa due euro

Ma quanto ne sappiamo esattamente? In piazza del Popolo, poco o nulla. Siamo andati a curiosare per capire se chi ci rifornisce di frutta e verdura comincia a… ragionare in euro in modo da poter accogliere la moneta comune pronti per il grande passo. Li troviamo impreparati, ma non ostili. “Ah, arriva l’euro? Ma era ora: tutti i nostri finanziamenti sono vincolati all’euro, i nostri risparmi sono in euro, i nostri progetti a lungo termine li facciamo in euro, esattamente come prima li facevamo in marchi tedeschi. Tanto vale ufficializzarlo. Ci faranno esporre i prezzi in entrambe le valute? Beh, se necessario si farà anche questo. Non è la prima né l’ultima volta che una riforma si riversa sulle nostre spalle”: è quanto ci dice una commerciante in piazza del Popolo che non ha fatto in tempo a informarsi. La sua vicina di bancarella ne sa qualcosa in più: “Mi sembra che noi al mercato saremo esenti dall’obbligo di esibire il costo in due valute. E spero bene: i nostri prezzi non durano settimane o qualche mese come quelli del supermercato. Al mercato il valore della merce sale e scende anche tre o quattro volte al giorno, a seconda dell’ora, del tempo, dell’affluenza, della domanda, delle preferenze e dei gusti dei clienti della giornata. E non c’è il tempo di aggiornare i cartelli di volta in volta. Tra l’altro sono sempre umidi, e durano poco per conto loro”.

In piazza del Popolo non si pensa ancora alla nuova valuta

Un’altra domanda: i prezzi aumenteranno? “Perché, non sono già aumentati abbastanza?”, si chiedono gli acquirenti. Giustamente. Infatti frutta e verdura costano in media tra il 20 e il 30 per cento in più rispetto a un anno fa, con pochissime eccezioni. Prima la colpa l’hanno attribuita alla pandemia e ora l’attribuiscono all’inflazione, che come spiegazione non spiega assolutamente nulla: è come dire che i prezzi aumentano perché aumentano i prezzi. Ma ora la domanda che si pone è un’altra: con l’introduzione dell’euro i prezzi aumenteranno ancora? Una commerciante che si lascia intervistare volentieri mette le cose in chiaro: “Nessun problema voltare pagina e partire con l’euro dall’oggi al domani: è ovvio che i prezzi verranno arrotondati, mica staremo qui col calcolatore a trasformare i centesimi della kuna in centesimi di euro. Non se ne parla nemmeno. Per me so già come farò: la mia merce andrà in vendita a un euro e dieci, uno e venti e uno e cinquanta…”. E qualcuno aggiunge: “Tanto il calcolare automatico ce l’abbiamo sempre in testa”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display