Un faro di civiltà che ha illuminato la tutela e la valorizzazione di un patrimonio storico condiviso. Così è stata definita a Torre, nel suo trentennale, la Legge (regionale veneta) 15 del 1994 per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale della Repubblica Serenissima in Istria e Dalmazia (e ora anche in tutto il resto del Mediterraneo), meglio nota come Legge Beggiato dal nome del suo autore (Ettore Beggiato). Un provvedimento – come spiegato ieri alla Comunità degli Italiani “Giovanni Palma” dal suo ideatore –, nata come evoluzione degli interventi tesi ad aiutare negli anni ‘90 prima la Comunità veneta della Slavonia e successivamente il restauro dei monumenti danneggiati in Dalmazia dai bombardamenti serbi attingendo al fondo di solidarietà internazionale della Regione Veneto.
Una grande emozione
Il trentennale dall’approvazione della legge Beggiato è stato onorato dalla Comunità Nazionale Italiana e dalla Regione istriana. La Comunità degli Italiani “Giovanni Palma” di Torre ha ospitato l’evento promosso dalla Regione istriana in collaborazione con l’Unione Italiana e il Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione Istriana nella ricorrenza del varo della normativa. “Sono talmente emozionato che è la prima volta che parlo in italiano”, ha dichiarato Ettore Beggiato, al quale è stata consegnato un riconoscimento speciale per aver promosso l’amicizia tra il Veneto e l’Istria.
Numerose le persone che ieri sera hanno voluto ringraziare personalmente Beggiato. Tante le personalità presenti: l’ambasciatore italiano a Zagabria, Paolo Trichilo, il presidente del Consiglio regionale veneto, Roberto Ciambetti, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, l’assessore alla cultura e territorialità della Regione istriana, Vladimir Torbica, Luigi Zanin, dirigente del settore della Regione Veneto per la Tutela del patrimonio veneto nel Mediterraneo, nonché numerosi sindaci, vicesindaci, presidenti dei Consigli municipali o comunali di varie località istriane. C’erano anche i presidenti dell’Unione italiana e della Giunta esecutiva dell’UI, rispettivamente Maurizio Tremul e Marin Corva, il presidente del Consiglio CNI della Regione istriana, Ennio Forlani, il vicepresidente del Consiglio CNI della Regione litoraneo-montana, Mario Simonovich, la direttrice dell’Edit, Christiana Babić…
Tradizioni, lingua e dialetti
A porgere il benvenuto ai presenti è stata la presidente della CI di Torre, Roberta Stojnić, mentre Marin Corva ha porto i saluti a nome dell’UI. “Questa serata è importante perché celebra tre decenni trascorsi all’insegna della collaborazione e del rafforzamento della nostra identità e gli sforzi profusi per il mantenimento della nostra cultura, tradizioni, lingua e dialetti”, ha detto Corva. Gli ha fatto eco Forlani che nel suo intervento ha definito “un toccasana” la Legge Beggiato.
Ai presenti si sono poi rivolto l’ambasciatore Trichilo. Ha sottolineato che la Legge Beggiato ha il grande merito d’aver creato ponti “laddove per troppo tempo c’erano soltanto muri”. Ha ringraziato la Regione Veneto per affiancare lo Stato Italiano in questo impegno, come pure il Governo di Zagabria per i finanziamenti sempre più consistenti elargiti a sostegno della CNI.
Memoria e riconciliazione
Roberto Ciambetti (al quale è stato consegnato un attestato di riconoscimento per la Regione Veneto), che ha trasmesso ai presenti i saluti del governatore della Regione Veneto Luca Zaia, ha parlato “d’intuizione geniale”. “Già all’epoca Beggiato comprese che la globalizzazione può essere un’occasione per ripensare la storia comune e costruire ponti. La sua iniziativa è un atto di memoria e di riconciliazione”, ha rilevato.
Nel prosieguo della serata si è svolta una tavola rotonda sulla collaborazione tra le Regioni Veneto e istriana. A trattare l’argomento sono stati oltre a Beggiato anche Luigi Zanin, Vladimir Torbica, Gaetano Benčić (curatore del Museo di Parenzo e membro della Giunta UI) e Lorella Limoncin Toth (Dipartimento per la conservazione dei beni culturali – Sezione di Pola).
Provvedimento lungimirante
L’anniversario in precedenza era stato ricordato anche in Italia. Il 21 novembre, a trent’anni dall’approvazione della Legge, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Veneto ha fatto il punto su significato ed esiti di un provvedimento lungimirante che ha tenuto viva la memoria dell’italianità del Quarnero e della costa dalmata e ha anticipato di un decennio l’istituzione del Giorno del Ricordo, dedicato al dramma degli esuli giuliani, istriani e dalmati e alle travagliate vicende del confine orientale.
A tracciare il bilancio della Legge 15 del 7 aprile 1994 è stato il convegno a palazzo Ferro Fini al quale hanno partecipato l’ex consigliere regionale e assessore Ettore Beggiato, lo storico Davide Rossi, docente all’Università di Trieste, figlio di esuli e rappresentante della Federazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati, Luigi Zanin, e rappresentanti delle Associazioni degli esuli, invitati dal presidente del Consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti a ripercorrere la storia delle politiche di particolare attenzione all’altra sponda adriatica che caratterizza la Regione Veneto fin dai suoi primi anni di attività.
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