
Non sono mancate le pronte reazioni dei politici croati alla notizia dell’arresto e della perquisizione della casa del ministro della Salute Vili Beroš e di altri indagati, tra cui il direttore della Clinica neurologica dell’Ospesdale Sestre milosrdnice di Zagabria, Krešimir Rotim.
Il premier Andrej Plenković ha sollevato dall’incarico il ministro della Salute Vili Beroš e ha nominato Irena Hrstić quale segretario di Stato che dirigerà il ministero della Sanità fino all’insediamento del nuovo ministro. Hrastić aveva precedentemente ricoperto la funzione di direttrice dell’ospedale di Pola.
Tomislav Dulibić, segretario di Stato presso il ministero della Salute, ha dichiarato alla trasmissione radiofonica croata “Poligraf” che non sa perché la polizia abbia fatto irruzione nella casa del ministro Beroš. Afferma di aver appreso le informazioni a riguardo dal portale Jutarnji list poco prima della messa in onda del programma alle 8.05. “Quando arriverò al Ministero probabilmente avrò qualche altra informazione. Posso dire ai pazienti e ai cittadini che tutto continuerà a funzionare normalmente – ha detto Dulibić, dichiarando di essere all’oscuro della questione. – Per quanto ne so, il procuratore europeo non ci ha chiesto alcuna informazione, ha detto e confermato che non c’era alcuna indagine in corso”.
Il vicedirettore della Clinica di Neurochirurgia dell’Ospedale Sestre Milosrdnice di Zagabria, Neven Tučkar, ha affermato di non essere a conoscenza del caso di oggi.
Molti anche i commenti giunti dalle alte cariche dello Stato, come quello del presidente del Sabor croato Gordan Jandroković che a N1 ha dichiarato di non sapere perché gli agenti dell’Ufficio per la Lotta alla Corruzione e alla Criminalità Organizzata (USKOK) siano entrati in azione. “Questa notizia mi ha sorpreso negativamente, non so quale sia la questione – le parole di Jandroković – Le istituzioni evidentemente lavorano, non ci sono gli intoccabili, vedremo di cosa si tratta e di che cosa verrà accusato il ministro”.
Una delle prime reazioni è stata anche quella di Miro Bulj, appartenente al partito politico Most, che su X ha associato l’irruzione della polizia a casa del ministro al periodo dell’emergenza Covid: “L’eroe Vili e la sua equipe dalle insensate misure hanno meritato la prigione per ciò che facevano all’epoca – ha scritto Bulj –. Il fatto che la polizia capiti a casa sua esattamente tre anni dopo che è stata presa la decisione che la Città di Signo (Sinj) non avrebbe introdotto il certificato Covid è quasi poetico”.
Saša Đujić dell’SDP ha dichiarato a Novi dan che le informazioni su ciò che sta succedendo sono ancora troppo poche per potersi esprimere nei dettagli. “Non è la prima volta che nel governo Plenković un ministro venga indagato. La novità è che le indagini contro l’esponente dell’Hhz sono iniziate prima che questi si dimettesse. È molto brutto che fatti del genere accadano, cioè che i funzionari dello Stato si concentrino sui raggiri e su come rubare denaro pubblico invece di occuparsi dei problemi del loro ministero – ha dichiarato Đuić. Alla domanda se con questa indagine il procuratore generale Ivan Turudić abbia dimostrato la sua indipendenza dal governo e dall’Hdz, Đuić ha risposto – Vedremo se Beroš è un bersaglio della procura di Stato (DORH) o di quella europea”.
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