
Intorno alle 11 di questa mattina, giovedì 26 giugno, la polizia di Karlovac ha ricevuto una segnalazione di un’esplosione avvenuta nell’ex deposito militare di Oštarije, nei pressi di Ogulin, a circa 90 km a sud-est di Fiume. A causa della detonazione di un ordigno esplosivo, un artificiere ha perso la vita.
La tragedia è avvenuta poco più di tre mesi dopo che, il 17 marzo, il Dipartimento per la pianificazione e la protezione ambientale della Regione di Karlovac aveva autorizzato l’operazione di sminamento del complesso militare “Oštarije”, affidandone l’esecuzione al Ministero dell’Interno, alla Direzione della Protezione civile e al Centro croato per lo Sminamento.
L’area da bonificare, ampia 1,86 milioni di metri quadrati, è ricoperta prevalentemente da boschi e cespugli, con alcuni tratti di vegetazione erbosa. I percorsi d’accesso erano ritenuti sicuri e collegati a zone già precedentemente bonificate. Tuttavia, ciò che sia andato storto dovrà essere chiarito da un’inchiesta ufficiale.
Purtroppo, non si tratta del primo incidente mortale nel sito: il 14 febbraio 2014, due raccoglitori di materiali riciclabili rimasero vittime di una mina, uno dei quali morì sul colpo. Lo stesso deposito fu teatro di un’altra tragedia nel 2000, quando 21 reclute dell’Esercito croato rimasero ferite da esplosioni durante un’esercitazione; alcuni di loro riportarono danni permanenti.
L’ex deposito, non più in uso dal 1991 dopo il ritiro dell’Armata popolare jugoslava (JNA) che lo fece saltare in aria, è noto per contenere ancora numerosi ordigni, alcuni persino sepolti. La zona, pur essendo recintata e segnalata da cartelli con la scritta “Mine”, è rimasta per anni accessibile attraverso sentieri forestali, utilizzati da chi cercava materiali da rivendere.
Il Comune ha più volte espresso indignazione per l’abbandono dell’area, ritenuta estremamente pericolosa e mai realmente affidata a una gestione stabile.
Senza mine da marzo 2026
Con il Piano d’Azione Antimine per il 2025, approvato dal Governo nella seduta di inizio marzo, sono state poste le basi affinché, entro il 1° marzo del prossimo anno, la Croazia possa dichiarare il proprio territorio libero dal pericolo delle mine.
“Per quanto riguarda il piano del 2025, è previsto lo svolgimento di attività di ricognizione e sminamento in tutte le restanti zone contaminate da mine ed esplosivi in Croazia, per una superficie di 47,2 chilometri quadrati, e lo sminamento di aree contaminate esclusivamente da ordigni inesplosi, in seguito all’esplosione di depositi militari, su una superficie di 2,1 chilometri quadrati”, aveva affermato il vicepresidente del Governo e ministro dell’Interno Davor Božinović.
Per le attività antimine previste per quest’anno, è stato stanziato un budget complessivo di poco meno di 76,3 milioni di euro, provenienti da diverse fonti di finanziamento, di cui quasi 42,7 milioni di euro – ovvero circa il 56% – sono coperti dai fondi dell’Unione Europea.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.