
La nuova Unione Italiana ha 33 anni. A ricordare la ricorrenza del 16 luglio (Giornata dell’Unione Italiana e della CNI in Croazia e Slovenia) è stato oggi, lunedì 15 luglio, il presidente dell’organizzazione apicale e unitaria della CNI, Maurizio Tremul, che ha espresso l’auspicio che l’UI “torni a essere una grande famiglia unita”.
Durante la conferenza stampa convocata oggi nella sede della Comunità degli Italiani di Capodistria, Tremul ha rilevato che in occasione dell’anniversario “non sono stati pianificati eventi celebrativi”. Il presidente – che nel corso del suo intervento ha invitato i presenti a rispettate un minuto di raccoglimento in omaggio a Virgilio Giuricin, recentemente scomparso –, ha sollecitato a cogliere l’occasione per “superare il clima di conflittualità” che si sta vivendo in seno alla CNI e “rilanciare un processo di riforma trasparente” fondato sul dialogo, magari ispirato alla proposta formulata dal consigliere Enea Dessardo in occasione della VI Sessione ordinaria dell’Assemblea dell’UI. “Smettiamola con le questioni personali e occupiamoci di argomenti strategici. Torniamo a trattare temi politici”, ha dichiarato Tremul. “In ogni famiglia si litiga, talvolta si divorzia pure. Io propongo di tornare a essere una grande famiglia unita”, ha detto Tremul, puntualizzando che gli atti dell’UI, pur trovando fondamento negli ordinamenti degli Stati nei quali si opera, “non sono la Bibbia” e che pertanto “possono essere anche modificati” se lo si fa in modo ragionato.
Ai giornalisti che hanno paragonato la situazione alle condizioni logore del tappeto simil persiano del salone del piano nobile della CI “Santorio Santorio”, il presidente dell’UI ha risposto che a differenza dello stesso il cui destino è segnato, lo strappo in seno alla nostra Comunità nazionale “può essere ricucito”, ha concluso Tremul, replicando ai giornalisti che hanno notato come l’UI abbia gli stessi anni di Gesù Cristo quando affrontò il suo calvario.

Qui il discorso integrale di Tremul
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