L’ANVGD nell’ottica di GO 2025 ricorda Norma e Milojka

A Gorizia, alle ore 17.30, sarà inaugurato un pannello presso il Liceo Dante Alighieri, in memoria alle due studentesse, giovani vittime delle opposte ideologie durante la Seconda guerra mondiale

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L’ANVGD nell’ottica di GO 2025 ricorda Norma e Milojka
Foto: Ilaria Rocchi

In questi giorni diverse associazioni rendono omaggio a Norma Cossetto (1920-1943), la studentessa istriana diventata il simbolo del dramma delle foibe. Nell’anniversario della sua triste fine, nella notte tra il 4 ed il 5 ottobre 1943 – quando la studentessa di Santa Domenica di Visinada fu torturata, violentata e scaraventata nella voragine presso Villa Surani dai partigiani comunisti jugoslavi che imperversano in Istria in seguito al collasso politico, militare e istituzionale rappresentato dall’8 settembre –, diverse associazioni organizzano o prendono parte a momenti di commemorazione.
Lacota e Menia a Visinada
Ad esempio, oggi a Visinada, l’Unione degli Istriani – Libera provincia dell’Istria promuove un pellegrinaggio, guidato dal presidente Massimiliano Lacota, che in questa circostanza sarà affiancato dal senatore Roberto Menia, padre della legge istitutiva del Giorno del Ricordo. Tra le varie iniziative,che si svolgeranno in numerose città italiane, la cerimonia istituzionale del Comune di Trieste presso il monumento a Norma Cossetto in via Cossetto, insieme a Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, Associazione delle Comunità Istriane e Lega Nazionale di Trieste. A Gorizia, alle ore 17.30, sarà inaugurato un pannello presso il Liceo Dante Alighieri, che ricorda Norma Cossetto e Milojka Štrukelj, studentesse del Liceo goriziano e giovani vittime delle opposte ideologie durante la Seconda guerra mondiale. Interverranno i presidenti dei Comitati provinciali dell’ANVGD del Friuli Venezia Giulia e molte personalità istituzionali. Un’evento che ha fatto discutere, che non ha mancato di sollevare perplessità critiche di una parte degli esuli.
Occasione di riconciliazione
A tale proposito, la presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Maria Grazia Ziberna, ha spiegato che la tabella vuole presentare insieme le vicende di tutte e due le ragazze, pur nella consapevolezza della differenza delle loro scelte, delle loro esperienze di vita e delle cause della loro morte, che vengono esposte con chiarezza. Secondo Ziberna e l’Associazione che guida, è giunto il momento di dimostrare la volontà di superare le ideologie del passato, soprattutto adesso che non ci sono più confini e nell’ottica di GO 2025. È un gesto che intende essere “un’occasione di riconciliazione”, per dimostrare, insieme alla comunità slovena, “reciproco rispetto e volontà di iniziare a superare i contrasti del passato. Non essendo possibile avere una ‘memoria condivisa’ è necessario almeno rispettare gli uni la memoria degli altri, in questo caso da una parte quella delle migliaia di Italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia vittime delle violenze da parte dei titini, dall’altra quella di coloro che subirono le violenze dei nazifascisti. Senza dimenticare che entrambi i popoli furono vittime delle truppe di Tito: la Commissione governativa istituita dalla Slovenia ha individuato 90mila vittime – tra jugoslavi, tedeschi e italiani – uccise e sepolte in fosse comuni, foibe e miniere”.
Ricordare la storia
“Non si tratta comunque di dimenticare la storia di questo tormentato confine orientale – ha sottolineato –, che anzi deve essere ricordata e approfondita, ma di offrire ai nostri figli e nipoti un futuro senza il retaggio delle dolorose ferite causate dalle ideologie del Novecento. E lo vogliamo fare con questo gesto, ricordando due ragazze, due studentesse che hanno frequentato lo stesso istituto, il Liceo Classico, che tra l’altro ho frequentato anch’io, così come dopo il 1947 anche mio padre, esule da Pola. Due ragazze con storie diverse, come risulta chiaramente dalla tabella: Norma, divenuta studentessa universitaria, non imbracciò le armi, venne seviziata e morì gettata in una foiba dai partigiani comunisti jugoslavi, mentre Milojka fu un’attivista, una militante contro i nazifascisti, e venne uccisa dai nazisti in un’azione di guerra”.
Non sussistono ambiguità
“Comprendo comunque, in larga parte, la presa di posizione di Luca Urizio, presidente della Sezione di Gorizia della Lega Nazionale – ha concluso –. Tra le nostre Associazioni c’è sempre stata collaborazione, ho condiviso con lui esperienze e valori, e siamo uniti da amicizia reciproca, ma in questa occasione la pensiamo in modo diverso. Mi unisco poi ai sentimenti di grande rispetto espressi dal presidente nazionale dell’ANVGD Renzo Codarin per quanto espresso dalla famiglia Cossetto, che teme equivoci ed ambiguità riguardo alla figura di Norma, ambiguità che non sussistono, a parer nostro. Aggiungo, infine, che nel corso della cerimonia organizzata in contemporanea dalla Lega Nazionale e dal Comitato 10 Febbraio in via Norma Cossetto verrà deposto, come tutti gli anni, anche il nostro omaggio floreale”.
Infoibata e riesumata dai Vigili del Fuoco di Pola, identificata dalla sorella Licia nel dicembre successivo, Norma Cossetto divenne immediatamente il simbolo delle violenze subite dagli italiani autoctoni dell’Adriatico orientale, violenze che si sarebbero ripetute in maniera ancor più cruenta a conflitto finito con l’obiettivo dell’annessione delle province del confine orientale italiano alla Jugoslavia comunista di Tito, mentre nel resto d’Italia si festeggiavano la Liberazione e la conclusione della Seconda guerra mondiale.
Nell’immediato dopoguerra l’Università di Padova ricordò con una lapide la sua laureanda morta in così tragiche circostanze, conferendole inoltre la Laurea Honoris Causa, mentre sarà il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2005 a conferire alla sua memoria la Medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”.
Uccisa dalle forze tedesche
Milojka Štrukelj (1925-1944) è stata una partigiana e antifascista slovena. Attivista giovanile, fu arrestata dagli italiani e portata nelle carceri di Gorizia, dove fu imprigionata e interrogata per quattro mesi. Successivamente fu trasferita al carcere di Regina Coeli a Roma, dove trascorse altri quattro mesi, per poi essere rinchiusa in altre sedi fino alla capitolazione dell’Italia. Dopo il suo rilascio, si riaggregò alla Resistenza e iniziò a frequentare la scuola del Partito comunista a Cerkno. Il 27 gennaio la scuola fu attaccata dalle truppe tedesche e da queste Milojka fu uccisa.

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