L’ambasciatore Trichilo ammaliato dall’italianità di Parenzo (foto)

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L’ambasciatore Trichilo ammaliato dall’italianità di Parenzo (foto)
Foto Denis Visintin

Secondo e ultimo giorno di visita, oggi sabato 7 dicembre, nel Parentino per l’ambasciatore d’Italia, Paolo Trichilo. Accompagnato dal presidente del’Unione Italiana, Maurizio Tremul, l’illustre ospite ha raggiunto Parenzo, con prima tappa Palazzo Berlam, sede dell’amministrazione municipale. Ad accoglierlo, il vicesindaco in quota CNI, Ugo Musizza, che l’ha salutato a nome del sindaco, Loris Peršurić.

Foto Denis Visintin

Musizza ha presentato brevemente il territori, il Palazzo Berlam e l’attività del Municipio, ricordando i gemellaggi molto ben funzionanti con le città italiane di Massa Lombarda, Monselice e Segrate, cogliendo in questo senso l’attenzione dell’ambasciatore. Dal canto suo, il diplomatico ha voluto conoscere da vicino la realtà del bilinguismo a Parenzo, che funziona in modo soddisfacente, anche se “si potrebbe fare di più”. Tremul e Musizza hanno accentuato l’ottima collaborazione con le autorità municipali parentine.

Foto Denis Visintin

Accompagnato dallo storico e curatore del Museo del territorio parentino Gaetano Benčić, , Trichilo è venuto a conoscenza della storia e del patrimonio storico e culturale parentino. In via Decumana è stato attratto dalle bellezze architettoniche, particolarmente dalla Torre pentagonale e dal Palazzo Gonan, nonché dal Palazzo Sincich, sede del Museo del territorio parentino. L’attenzione dell’ambasciatore è stato poi attirata, ma non poteva essere diversamente, dalla Basilica Eufrasiana, posta sotto tutela dell’Unesco, dai suoi mosaici e dalle opere della Collezione d’arte sacra, tra cui il trittico di Antonio Vivarini.

Foto Denis Visintin

Trichilo ha quindi colto l’occasione per fare una breve visita alla gelateria “Il gelato di Salvatore”, accolto dal proprietario, Pierluigi Salvatore. Una gelateria, la sua, simbolo del successo del Made in Italy a Parenzo, che prosegue l’attività di famiglia su questo versante dell’Adriatico, dopo quelle aperte dallo zio a Spalato, nel 1988, e dallo stesso Pierluigi a Budua (Budva), in Montenegro.

La tappa alla Comunità degli Italiani

Foto Denis Visintin

Tappa quindi alla Comunità degli Italiani di Parenzo, dove Ugo Musizza l’ha accolto in veste di presidente del sodalizio, affiancato dalla presidente della Giunta esecutiva Lara Musizza e dai collaboratori, nonché dalla presidente del Consiglio per la minoranza italiana autoctona della Città di Parenzo, Ondina Lubessi. Qui Maurizio Tremul ha ripercorso il trentennale impegno dell’Unione Italiana a favore del recupero della sede di piazza Fora le porte, ma anche dell’edificio scolastico di Riveta, fortemente voluto dall’allora presidente dell’Unione Italiana, Antonio Borme, per incoraggiare la ripresa dell’allora risveglio degli italiani a Parenzo e nel Parentino negli anni Novanta del secolo scorso. In quel periodo furono fondate nell’area, grazie all’impegno di alcuni entusiasti, le Comunità degli Italiani di Visinada, Visignano, Mompaderno, Castellier-Santa Domenica e Orsera, le cui sedi sono state garantire dall’impegno del Governo italiano. In questo contesto, rientravano anche i restauri della CI di Parenzo e della scuola di Riveta. Impegni questi voluti dall’Unione Italiana, per superare le difficoltà che dovevano affrontare gli italiani di Parenzo, il cui percorso storico è stato diverso rispetto a quello dei connazionali del Buiese o di altre aree specifiche, come ad esempio, Rovigno.

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Tremul ha ricordato che quella di Parenzo è una Comunità storica, nata negli anni del dopoguerra, che ha dato personalità di spicco che hanno contribuito al mantenimento della lingua e della cultura italiana. Gli ha fatto eco Lara Musizza, ricordando che la sede era stata sempre un punto d’aggregazione importante per i connazionali , ma anche per gli altri che “venivano qui a guardare la tv italiana”. Musizza ha esposto le attività del sodalizio, che nel 2025 s’appresta, fra l’altro, a riassumerle in una monografia che racconterà la storia dei 75 anni di vita della Comunità e della presenza culturale italiana. Ondina Lubessi ha illustrato l’importante ruolo svolto dal Consiglio per la minoranza italiana autoctona.

Paolo Trichilo ha ascoltato con attenzione quanto esposto, ringraziando la Comunità Nazionale Italiana per quanto fatto e sta tuttora facendo, rilevando l’importanza di tutte le attività, dall’aggregazione, al canto, alla tutela del patrimonio, la promozione della storia, della lingua e della cultura italiana.

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