
Circa il 40% del patrimonio immobiliare in Croazia, pari a 958.000 unità abitative, non è utilizzato per scopi residenziali. Una parte significativa di queste abitazioni è destinata all’affitto a breve termine nel settore turistico, dove attualmente si contano 231.000 unità impiegate per questo scopo. Lo ha affermato il vicepremier e ministro dell’Edilizia e del Patrimonio statale, Branko Bačić, presentando il “Piano nazionale per le politiche abitative della Repubblica di Croazia fino al 2030”.
Il ministro ha sottolineato che la questione abitativa rappresenta una delle problematiche più urgenti per i cittadini croati. “L’accessibilità delle abitazioni, sia per l’acquisto che per l’affitto, è un problema che riguarda una vasta parte della popolazione. L’abitazione è un bisogno fondamentale per tutti,” ha dichiarato Bačić, aggiungendo che negli ultimi anni la Croazia ha visto un forte aumento dei prezzi delle case e degli affitti, con una domanda che continua a superare l’offerta.
Aumento della domanda da parte degli stranieri
Una delle dinamiche che ha contribuito alla crescita dei prezzi è l’aumento della domanda da parte degli acquirenti stranieri. Secondo Bačić, “il 50% delle proprietà immobiliari viene acquistato in contanti, soprattutto da stranieri”, e nel 2022 il 10% di tutte le vendite di immobili in Croazia è stato effettuato da cittadini provenienti dall’estero. Questo fenomeno è in parte collegato alla crisi energetica e all’inflazione causate dalla guerra in Ucraina, che hanno portato a un aumento del costo dei materiali da costruzione e dei prezzi al metro quadro, a cui si sono aggiunti anche gli aumenti degli affitti.
Nel 2001, il 76% del patrimonio immobiliare croato era destinato all’abitazione, mentre oggi tale percentuale è scesa al 60%. “Circa il 40% del patrimonio immobiliare è impiegato per il turismo, altre attività economiche o rimane inutilizzato”, il che, secondo il ministro, riduce ulteriormente l’offerta di case disponibili per i residenti e contribuisce all’aumento dei prezzi.
Carenza di 236.000 unità abitative
Alla luce di queste tendenze, Bačić ha avvertito che entro il 2030 in Croazia mancheranno circa 236.000 unità abitative per soddisfare la domanda, rendendo necessario l’ampliamento dell’offerta di case per garantire un’abitazione a prezzi accessibili. Per risolvere questo problema, il governo sta lavorando su un piano che combina quattro strumenti: finanziario, fiscale, fondiario ed eco-energetico.

Il Piano nazionale per le politiche abitative della Croazia si basa su una serie di analisi dettagliate, tra cui uno studio sul mercato immobiliare, modelli di cooperativa abitativa in Europa e una valutazione delle risorse disponibili per l’edilizia residenziale a prezzi accessibili. “Il concetto del piano è completo e include un piano d’azione che sarà presto sottoposto a consultazione pubblica,” ha spiegato Bačić, aggiungendo che la consultazione sarà aperta dopo che il piano sarà stato valutato esternamente entro dicembre 2023.
Il problema del sovraffollamento
Secondo i dati di Eurostat, “il 34,4% delle famiglie croate soffre di sovraffollamento”, posizionando la Croazia tra i Paesi europei con i più alti tassi di sovraffollamento abitativo. Inoltre, il numero medio di stanze per abitante in Croazia è di 1,2, rispetto alla media europea di 1,6. Con una media di 2,67 membri per famiglia, la Croazia ha uno dei tassi più alti di membri per nucleo familiare in Europa, rispetto alla media Ue di 2,3.
Bačić ha anche evidenziato che i giovani croati “lasciano la casa dei genitori in media a 33,4 anni”, un dato tra i più alti in Europa, superato solo dal Portogallo (33,6 anni). In confronto, la media dell’Ue è di 26,5 anni. Questo ritardo, ha sottolineato, rappresenta un ostacolo demografico per la Croazia.
Obiettivi futuri
Bačić ha spiegato che “l’accessibilità abitativa si riferisce a una situazione in cui una famiglia spende fino al 30% del proprio reddito totale per i costi abitativi”, un obiettivo fondamentale del Piano nazionale. I principali obiettivi sono quindi creare abitazioni accessibili, sostenibili e ottimizzare l’uso dello spazio disponibile per scopi abitativi.
Con questo piano, il governo punta a rendere il mercato immobiliare più equo e a garantire che un numero maggiore di cittadini possa accedere a case a prezzi ragionevoli.
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