I tre principali sindacati dell’istruzione e della scienza hanno annunciato quando intendono organizzare lo sciopero nelle scuole e negli istituti di istruzione superiore. La mobilitazione si terrà la prossima settimana, tra il 17 e il 21 marzo. Inizierà con uno sciopero di un giorno, ma il giorno esatto verrà comunicato solo 48 ore prima del suo inizio.
Lo sciopero cade in un periodo cruciale per gli studenti, poiché circa 30.000 alunni dell’ottavo anno sosterranno gli esami nazionali nelle loro scuole. Secondo i rappresentanti sindacali, la protesta sarà prolungata e coinvolgerà circa 1.000 istituzioni in cui i sindacati hanno le loro sezioni.
I promotori dell’iniziativa sono il sindacato scolastico “Preporod”, il Sindacato indipendente dei lavoratori delle scuole secondarie della Croazia e il Sindacato della scienza e dell’istruzione superiore. Essi avanzano cinque richieste al governo: aumento del salario base del 10%; ridefinizione dei coefficienti salariali; assegno temporaneo come compensazione materiale fino alla riforma del sistema di coefficienti; rinvio della riforma delle scuole professionali; riorganizzazione di alcune posizioni lavorative nel settore della scienza e dell’istruzione superiore tramite nuovi regolamenti.
Nel loro comunicato, i sindacati sottolineano la necessità di azioni concrete per ottenere risultati:
“I sindacati in questo Paese sono stati ascoltati solo quando hanno mostrato i denti. Così è stato nel 2014 e nel 2019, perché non dovrebbe essere lo stesso nel 2025? Questo è il momento decisivo: le prossime settimane e mesi saranno cruciali. O reagiamo e vinciamo insieme, o restiamo in silenzio per molto tempo. Non c’è alternativa”.
Il premier Andrej Plenković ha dichiarato a questo proposito che lo sciopero annunciato nel settore dell’istruzione è inutile, dato l’aumento degli stipendi durante il suo mandato, e ha fatto appello alla razionalità e alla ragione: “Se abbiamo commesso un errore da qualche parte con i coefficienti, lo correggeremo, ma in questo momento, se aumentiamo le paghe tanto quanto richiesto, allora all’improvviso tutti gli altri chiederanno di più e non ci sarà più fine. Allora le persone ben intenzionate ci accuseranno di alimentare l’inflazione”, ha affermato Plenković, sottolineando che il sistema salariale nel settore pubblico è una questione molto delicata.
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