Esistono oggetti talmente preziosi da segnare l’intera nostra vita, ai quali siamo legati in maniera viscerale tanto da considerarli un emblema della nostra famiglia, un piccolo scrigno che racchiude la nostra storia. Spesso sono cose di uso quotidiano, banali agli occhi degli altri, ma che a noi appaiono uniche e insostituibili. Possono essere dei quadri, delle fotografie, dei souvenir di un viaggio, una coperta cucita a mano, non ha importanza il loro valore effettivo, ma quello che rappresentano per noi e per la nostra anima.
Per Fabiana Zubin Mijanović questo oggetto prezioso e gelosamente custodito è il ricettario di famiglia, al cui interno sono contenuti i segreti di mamma Leonilda e della santola Nerina a loro volta ereditati dalle generazioni precedenti. Fabiana, consapevole della ricchezza, che aveva tra le mani, ha deciso di condividerla con gli altri e di dare vita al ricettario istriano bilingue “I tesori di famiglia – Iz obiteljske škrinjice”, realizzato in collaborazione con la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago, l’Unione Italiana, l’Ufficio per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia e la Città di Umago. E quale occasione migliore per presentare questo piccolo capolavoro culinario, al cui interno si fondono passione, identità e territorio, se non la Settimana della cucina italiana nel mondo? È stato proprio in questo ambito che giovedì sera, presso il sodalizio umaghese, l’autrice ha fatto conoscere al pubblico la sua prima fatica letteraria.
Nel teatrino della CI strapieno di spettatori erano presenti pure il vicesindaco di Umago Mauro Jurman, la console onoraria d’Italia a Buie Giuseppina Rajko e la presidente della Comunità degli Italiani di Cittanova, Cristina Fattori. A fare gli onori di casa e a dare il benvenuto a tutti è stata la presidente della “Fulvio Tomizza”, nonché vicesindaco di Umago in quota CNI, Floriana Bassanese Radin, per l’occasione anche redattrice responsabile del volume. A moderare la serata la giornalista Martina Vocci, esperta di sapori e tradizioni del territorio, amante dell’Istria e di tutto ciò che la nostra terra ha da offrire di sano e genuino.
Passione trasmessa dalla mamma
“Ho lavorato per molti anni in cucina, è un amore che mia mamma ha fatto nascere in me. Cucinare assieme a lei per me è stata una cosa normale – ci racconta l’autrice Fabiana Zubin Mijanović –. L’idea del libro è nata già anni fa: volevo avvicinare l’arte culinaria ai giovani, soprattutto a quelli che non hanno esperienza in questo campo, ma che vorrebbero imparare in particolare i piatti legati alla tradizione. Desidero insegnare alle persone a preparare il cibo per sé stesse, perché il nutrimento è un elemento essenziale per tutta l’umanità. Se si mangia bene, si vive bene. Questa è l’idea di partenza del volume”.
Tradizione ed eredità
Tradizione, ma non solo, anche eredità sotto forma di sapere che si tramanda da generazione in generazione, rispettando i ritmi lenti della natura, le stagioni e imparando a conoscere la terra e tutto ciò che questa ci regala quotidianamente. “Sono conoscenze che mi sono state trasmesse da mia mamma e a me sembravano semplici, ma con il tempo ho notato che invece sono cose speciali – ha commentato Zubin Mijanović –. È la prima volta che mi cimento nella scrittura di un libro e devo dire che non è stato per niente facile, in particolare perché quando cucino lo faccio ‘a occhio’, per cui inserire le quantità precise degli ingredienti non è stata una cosa istintiva”. Quello di pesare gli alimenti con le mani è un sapere antico che affonda le radici nel nostro passato, come ha ricordato Martina Vocci: “Le nostre nonne non avevano la bilancia, ma sapevano come dosare gli alimenti grazie alla loro esperienza. In realtà la cucina è donna. Nonostante tantissimi chef stellati siano uomini, sono state le donne che in tempi di crisi alimentari hanno saputo inventarsi ogni giorno qualcosa di nuovo e trovare i cibi più disparati in modo da poter portare ogni giorno a tavola un piatto per tutta la famiglia. Molto spesso ci si dimentica di tutto ciò e di quanto abbiano fatto le nostre nonne per nutrire mariti, figli e nipoti”.
Una moderna rivoluzione
E proprio questa capacità di saper produrre il cibo oggi potrebbe essere considerata una rivoluzione: “È importante che i giovani preparino i pasti per sé stessi, in questo modo potranno rimanere sani, altrimenti, se ci limitiamo a comperare il cibo preconfezionato al supermercato avremmo molti più problemi di salute”, ha dichiarato l’autrice.
Il legame con il grande scrittore
La Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” ha accettato di buon grado di pubblicare il ricettario bilingue, volendo raccontare attraverso i segreti di famiglia la storia del territorio, le abitudini degli istriani, sempre pronti ad accogliere gli ospiti offrendo loro qualcosa da bere e da mangiare con fragranze e aromi da inebriare il palato. La presidente Floriana Bassanese Radin ha inoltre ricordato che l’opera rappresenta un legame anche con lo scrittore Fulvio Tomizza, grande estimatore dei piatti tradizionali, di cui ha parlato ne “Le mie estati letterarie”. “Chi ci conosce sa che da anni la nostra Comunità è impegnata su vari fronti, sia per preservare e promuovere la figura e l’opera di Tomizza, che per dare spazio al lavoro e alle voci dei nostri connazionali – ha scritto Bassanese Radin nella prefazione del libro –. In questo caso il connubio è perfetto in quanto l’esperienza che Fabiana ha riservato nelle ricette, ha come contorno i brani più belli di Fulvio sul tema”. “I tesori di famiglia” si è rivelato un piccolo gioiello che parla di una vita e di un’alimentazione sana e al contempo rimarca il nostro territorio e la nostra identità, perché quest’ultima si modella anche attraverso ciò che mettiamo sulla nostra tavola.
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