La «Marcia dei pedoni» finisce in Questura

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La «Marcia dei pedoni» finisce in Questura

Mentre era in corso di svolgimento la “Marcia per la vita”, che è stata segnata dalla scandalosa dichiarazione dell’organizzatrice Barbara Brezac Benigar («Le donne stuprate che scelgono l’aborto sono delle assassine»), a pochi metri di distanza e più precisamente sul ponte dell’albergo Continental, si aggiravano delle grandi figure. Si trattava di un gruppo di artisti e cittadini vestiti come la figura dei pedoni nel gioco degli scacchi, che hanno voluto organizzare una performance artistica per attirare l’attenzione sulla necessità “di rispettare la libertà di vita, i diritti dell’uomo e delle donne e l’autonomia del corpo femminile”. Praticamente una contro-manifestazione alla “Marcia della vita”. Ma la “Marcia dei pedoni”, com’è stato intitolato l’evento, è stata interrotta sul nascere da alcuni agenti, che hanno fermato gli artisti e li ha condotti nella più vicina stazione di polizia. “La Marcia dei pedoni intendeva in modo critico e in modo scherzoso ricordare che in alcuni eventi pubblici viene strumentalizzato e manipolato il diritto alla scelta delle donne. In qualche modo siamo riusciti nella performance, perché abbiamo passeggiato fino alla stazione di polizia”, hanno affermato i partecipanti.
I performer sono stati rilasciati nel pomeriggio assieme ad altre sei donne, che sono state fermate davanti davanti alla scuola Nikola Tesla. Le ragazze che fanno parte dell’Iniziativa “Cittadine e cittadini di Fiume” hanno srotolato uno striscione sul quale scriveva: “Marcia per la vita, per la scelta, per la diversità, per l’amore”, e lo hanno fatto nella location dove oggi doveva svolgersi la manifestazione “Per la libertà”, che è stata annullata a causa del peggioramento della situazione epidemiologica.

 

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